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cronaca

Covid-19, sai quanti sono i vaccini approvati dai diversi Paesi nel mondo? In Italia solo il 16% del totale.

Pfizer, Moderna o Jannsen? E poi c’è anche Astra-Zeneca, è vero. Se pensate che i vaccini contro il SARS-CoV2 siano terminati, beh, siete a 27 passi dalla verità.

Già, perché oltre a quelli da noi più comunemente somministrati (a cui va aggiunto Novavax, recentemente accettato dall’Ema), ve sono molti altri in giro per il mondo, approvati dalle diverse organizzazioni sanitarie e autorizzati alla distribuzione in almeno una nazione.

In totale sono ben 31, secondo il sito Covid19 Vaccine Tracker, un’iniziativa finanziata dalla McGill University Interdisciplinary Initiative in Infection and Immunity e i cui dati sono basati su informazioni disponibili pubblicamente che un team provvede a tenere aggiornate.

Di questi, solo 10 sono quelli approvati dall’Oms: oltre ai primi citati, ci sono anche il Covavax (nuova formulazione del Novavax), Covidshield (una derivazione del vaccino Astra-Zeneca), Covaxin, Vero Cells e CoronaVac.

Per quanto riguarda tutti gli altri, tra i più conosciuti vi è forse lo Sputnik V. Il vaccino russo ha avuto una diffusione in differenti 74 Paesi differenti. Moderna, per fare un confronto, in 83. Cercando di spulciare tra i dati del sito, tuttavia, l’impressione è che l’adozione di questo o quel prodotto segua anche logiche geopolitiche piuttosto che di quelle esclusivamente mediche.

Come altrimenti interpretare il fatto che Soberana, vaccino prodotto a Cuba e a cui alcuni studi attribuiscono un’efficacia molto alta, superiore al 90%, sia stato approvato solo in quattro paesi (quello del produttore più Iran, Venezuela e Nicaragua)? Certo, non ci sono stati trial clinici al di fuori dell’isola caraibica e secondo alcuni, i dati disponibili sono ancora pochi. Da poco, tuttavia, la versione “Plus” viene analizzata anche in Italia. Ma la scelta di sviluppare vaccini “autoctoni” per essere indipendenti nella gestione della politica sanitaria è comunque comune. Oltre a Cuba, in Kazakhstan, ad esempio, è già stato approvato il QazVac, adottato anche dal Kyrgyzstan.

E che dire dei vaccini di produzione cinese, che hanno una distribuzione nei Paesi asiatici (ma non in Giappone, che ha invece autorizzato il nipponico Takeda), in Africa e in America Latina mentre quasi non sono presenti nell’Unione Europea e in Nordamerica?

E mentre la lotta alla pandemia non sta ancora passando dall’incremento delle vaccinazioni nei Paesi del terzo mondo e in via di sviluppo, come strategia globale di confinamento del virus e i programmi di aiuto da parte dei ricchi del mondo verso i più poveri sono fatti molto spesso perlopiù da annunci, forse una speranza viene proprio da questa ampia disponibilità di iniziative volte alla realizzazione di vaccini. Sono ben 168 infatti le formulazioni candidate al momento, coinvolte in 548 trial clinici in 62 differenti Paesi. Da noi c’è quello di ReiThera, il “vaccino italiano” le cui tracce nei media tuttavia si sono perse da un po’ di tempo.

Guardando la classifica di Paesi con più autorizzazioni, sono Iran, Filippine e Indonesia quelli che hanno autorizzato il maggior numero di prodotti (11 ciascuno). Tra chi ha ammesso 1 solo vaccino spicca tra gli altri la Città del Vaticano che, secondo il sito, ha autorizzato esclusivamente Pfizer.