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cronaca

Verso il lockdown, la mappa delle terapie intensive (aggiornata)

Il grafico è quello che probabilmente i lettori di Infodata hanno imparato a conoscere. È lo stesso che da un paio di settimane si aggiorna quotidianamente per dar conto della saturazione delle terapie intensive. Indicando cioè l’avvicinamento a quella soglia di emergenza del 30% di posti letto occupati da pazienti affetti da Covid-19. Soglia di emergenza che tiene conto del fatto che nelle terapie intensive non vengono curati solamente pazienti positivi al Sars-CoV-2.

Un aggiornamento che, questa volta, si accompagna con un esplicito invito al lettore affinché interagisca con l’infografica. Cliccando su ogni barra (ma per chi legge da desk basta passarci sopra con il mouse) si apre un pop-up che contiene delle informazioni rispetto ai dati rappresentati. E si tratta di elementi importanti per comprendere al meglio la situazione. Non solo perché indicano a che data sono aggiornate le informazioni, soprattutto quelle relative al totale dei posti letto presenti nei reparti. Ma anche perché ne indicano la fonte.

Se infatti quella del numero dei pazienti ricoverati in terapia intensiva è la Protezione civile, che li aggiorna quotidianamente, per quello del totale dei letti presenti nei reparti la questione è più complicata. Nella prima versione del grafico, infatti, era stato inserito il numero il numero di letti comunicato un paio di settimane fa dal commissario alla gestione dell’emergenza Covid-19 Domenico Arcuri.

Il quale appunto alla metà di ottobre aveva diffuso numeri relativi ai posti letto presenti prima dello scoppio della pandemia e di quelli aggiunti a seguito del decreto Rilancio. Dal momento che le regioni, vista la crescita del numero assoluto dei contagi, stanno aumentando il numero di letti disponibili, Infodata ha provato a contattarle per avere un aggiornamento rispetto ai numeri. Informazione che, alla data del 31 ottobre, si è riusciti ad ottenere da Abruzzo, Emilia Romagna, Umbria, Toscana, Veneto e Valle d’Aosta. E infatti il pop-up indica come fonte la relativa regione.

Giovedì 29 ottobre, nel corso di una conferenza stampa, Arcuri ha diffuso delle slide che riportano, tra le altre, il tasso di occupazione dei reparti. Ora, conoscendo questo dato e quello del numero dei ricoverati (aggiornato al 28 ottobre) è stato possibile calcolare il totale dei posti letto presenti nei reparti. Una semplice proporzione, matematica da secondaria di primo grado, ma necessaria in mancanza di dati chiari. In questo modo è stato possibile aggiustare il dato relativo a Campania, Calabria, Friuli Venezia Giulia e Lazio. In questo caso, la fonte è indicata come elaborazione del Sole24Ore su dati del commissario.

Per tutte le altre regioni i calcoli effettuati da Infodata coincidevano con i numeri forniti a metà ottobre da Arcuri. La scelta è stata quella di confermarli, segnalandoli come aggiornati al 13 ottobre e indicando come fonte il report commissariale. Un discorso a parte lo merita il Piemonte: i conti effettuati a partire dalla percentuale di occupazione porterebbero a 531 i posti letto disponibili. Ma il 29 ottobre l’ufficio stampa della Regione Piemonte ha confermato a Infodata che i letti presenti nelle terapie intensive degli ospedali piemontesi sono 367, gli stessi segnalati il 13 ottobre da Arcuri. La scelta è stata quella di mantenere questo dato. Dovesse essere cambiato, Infodata è più che interessata a raccogliere una segnalazione ed aggiornare il dataset.

Fin qui la spiegazione dei dati. Prima di concludere, però, sia consentito un appello. Nel corso della conferenza stampa, il commissario ha affermato che «non è questo il tempo delle polemiche». Insistendo molto sul fatto che «un numero vale più di mille parole». Ecco, senza voler innescare alcuna polemica, sarebbe però opportuno che il commissario trovasse una modalità più chiara di comunicazione dei dati. Specialmente quando si parla dell’occupazione delle terapie intensive, vero termometro dell’andamento della pandemia.