Indica un intervallo di date:
  • Dal Al
cronaca

Decessi, a tre anni dallo scoppio della pandemia, si conferma il picco della primavera 2020

Più di 86mila morti in un mese, che sono qualcuno in più degli abitanti di Catanzaro. O di Treviso. Tanti sono i decessi registrati in Italia nel corso del mese di marzo del 2020, quello in cui il coronavirus dilagava, il paese si chiudeva in casa e gli ospedali arrancavano. Non tutti, ovviamente, sono morti di Covid-19. Ma la differenza rispetto a quando il virus non circolava, o almeno non con quella virulenza, è evidente.

I dati arrivano da Istat, che ormai da tre anni collabora con le anagrafi di tutti i comuni italiani per monitorare mese per mese l’andamento dei decessi in Italia. InfoData li ha rappresentati, evidenziando in rosso la curva relativa al 2020. Detto del mese di marzo, anche il secondo valore più alto dell’ultimo quinquennio risale allo stesso anno: si tratta del mese di novembre, quando i decessi furono 78mila. Ovvero quanti gli abitanti di Varese o di Sesto San Giovanni. Il terzo a dicembre 2020, quando vennero superati di poco i 74mila.

Il filtro posto nella parte bassa del grafico (in alto a sinistra per chi leggesse da desk) consente di selezionare una singola provincia. Se, ad esempio, si sceglie Bergamo, il dato relativo al marzo 2020 diventa impressionante. In un territorio che di norma conta intorno ai mille decessi ogni mese, nel mese in cui la pandemia ha colpito più duramente si è arrivati a superare i 6mila decessi, poco meno di 200 ogni giorno.