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cronaca

Il segreto del boom di Netflix? Matt Murdock, l’uomo senza paura

Los Gatos, California. È il 14 settembre del 1997 e Reed Hastings, ingegnere informatico all’epoca 37enne, si dimentica di restituire Apollo13 al video-noleggio pagando una penale di 40 dollari. Così nasce Netflix.

Venduta la società Pure Software, Hastings lancia una nuova formula di abbonamento mensile: l’utente può scegliere tra i titoli disponibili ricevendoli e restituendoli tramite posta. Il successo è immediato, ma la svolta arriva nel febbraio 2007. Lo streaming video esplode; la modalità è la stessa del noleggio, gli utenti si abbonano mensilmente e guardano film e serie tv online.

Il 2011 è un anno decisivo. Netflix infatti divide il servizio in un pacchetto streaming e in uno noleggio di DVD. La decisione si ripercuote sul costo dell’abbonamento mensile, arrivando quasi a triplicarlo e causando lo scontento dei fruitori. Migliaia di iscritti recedono dal contratto decretando il periodo più buio prima dell’ascesa decisiva.

Nello stesso 2011 l’azienda infatti si riprende raggiungendo il picco di 25 milioni di utenti negli USA. Netflix decide allora di investire nella produzione di serie tv e film originali, a partire da House of Cards (in Italia dal 2013).

 

 

Si può osservare come sembri sussistere una correlazione tra il numero di serie originali prodotte da Netflix dal 2011 e l’aumento dei clienti della piattaforma. Inoltre, l’accordo stretto nel novembre 2013 tra il provider e la Marvel Entertainment ha prodotto un’accelerazione nel 2014. 

 

A livello di espansione territoriale, dal 2010 l’offerta diventa disponibile anche per altri Paesi, in particolare in Europa e Sudamerica. Netflix da questo momento inizia a registrare un rapido incremento di popolarità che a distanza di vent’anni porta a registrare 75 milioni di utenti di cui 44 negli Stati Uniti.
Il servizio oggi è accessibile in oltre 190 Paesi nel mondo e il continuo affacciarsi in nuovi mercati tra cui Giappone, Spagna, Portogallo e Italia, porta sempre più all’aumento del numero di iscritti.

 

  

 

I generi ora disponibili su Netflix si sono moltiplicati e la varietà di catalogo è sorprendente. Grazie all’internalizzazione della proposta, la piattaforma ha prodotto serie televisive anche al di fuori del territorio degli Stati Uniti, tra le prime Marseille (2016), serie francese con Gérard Depardieu e Suburra in Italia (2017).

Per quanto riguarda il futuro dei contenuti, sembra che Netflix stia perseguendo l’obiettivo di intensificare e puntare sugli “Originals”. Oltre 30 serie sono uscite nel 2016. Si è così passati dalle 450 ore di contenuti originali del 2015, a 600 nel 2016. E’ interessante notare come, a differenza di altre case di produzione concentrate su film e serie tv, Netflix stia proponendo anche contenuti quali comedy e documentari.

Il recente lancio di nuove piattaforme competitive come Amazon Prime Video mischia le carte e fa ipotizzare differenti scenari futuri. Gli “Originals” continueranno a proporsi come asso nella manica di Netflix o l’inerzia della partita cambierà?

Master Comunicazione e Media Digitali 2016/2017

Claudia Boca @ClaudiaBoca1

Chiara Bruni @ChiaraB25

Dario Cavallone @dcavallone

Giulia Ceccagno @GiuliaCeccagno

Elisa Di Pietrantonio

Carmela Giorgia Gravagno

Marta Pierazzoli @MartaPierazzoli