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economia

Gli italiani più felici abitano in provincia? Sembrerebbe di sì

Si dice sempre che nei piccoli paesi non ci sia mai niente da fare. Vero: però chi ci vive afferma di essere più soddisfatto della propria vita rispetto a coloro che abitano nelle grandi città. Che, oltretutto, spendono ogni mese 313 euro in più solo per il mantenimento della propria casa e le bollette.
Il confronto tra gli abitanti dei comuni con meno di 2000 abitanti e quelli delle grandi aree metropolitane è contenuto all’interno del rapporto 2016 “Italiani.coop”, realizzato dall’azienda cooperativa della grande distribuzione organizzata. Il ritratto che esce da questo studio è quello di un Paese in cui la vita nei piccoli centri è più soddisfacente. O almeno, più soddisfacente di quella delle persone che vivono a Torino, Milano, Venezia, Genova Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo, Catania e Cagliari.
Che si consideri la situazione familiare piuttosto che quella economica, è maggiore la percentuale di chi si è detto molto o abbastanza soddisfatto tra coloro che popolano uno degli oltre 3.500 comuni italiani con meno di 2mila residenti.


Da notare come l’elemento in cui maggiore è la differenza di gradimento a favore dei piccoli centri sia quello legato al tempo libero. Eppure gli stessi abitanti dei micro comuni riconoscono che dalle loro parti ci sia poco da fare. O meglio, alla domanda se nell’ultimo anno siano stati al cinema, a teatro o in un museo, le risposte affermative arrivano maggiormente da chi arriva in città.

Aspetto quasi paradossale: chi vive lontano dalle grandi città vede meno film sul grande schermo, meno opere d’arte, assiste a meno concerti. Eppure si gode maggiormente il tempo libero. Che siamo di fronte alla via italiana all’hygge, la capacità dei danesi di “coccolarsi” e apprezzare a pieno le piccole comodità della vita quotidiana? Chissà. Intanto uno dei motivi per essere più contenti i “paesani” ce l’hanno quanto guardano l’estratto conto.

Con l’eccezione dei trasporti (appare ovvio che chi vive in piccoli centri debba spostarsi di più, spesso avendo come unica alternativa il mezzo privato), il costo della vita nelle grandi città appare in linea con quello dei centri più piccoli. Per quanto in questo caso specifico il rapporto inserisca tra i piccoli centri tutti i comuni fino a 50mila abitanti. Quello che cambia davvero sono i costi di mantenimento della propria abitazione e delle bollette: secondo il rapporto “Italiani.coop” 2016 nei paesi e nelle piccole città si spendono al mese in media 810 euro, contro i 1.124 che deve sborsare chi abita all’interno di una grande area metropolitana. Meglio dunque fare fagotto, mettere in vendita il proprio appartamento e trasferirsi in campagna? Dipende. Sì, anche nei piccoli centri non mancano i problemi.

 
Intanto, nonostante spendano meno per la propria abitazione, coloro che vivono nei comuni sotto i 2mila abitanti si lamentano di costi troppo alti in misura identica a quella con cui lo fanno i cittadini. E anche chi abita in campagna ha problemi perché la propria casa è troppo piccola o si trova troppo distante da quella dei familiari in una misura simile a quanto ce li ha chi vive nelle aree metropolitane. Trasferirsi fuori città, insomma, non è la panacea di tutti i mali. L’unica garanzia è che ci si godrà meglio il tempo libero.