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economia

Cosa è il Darién Gap? Le morti, le violenze e i numeri

I territori di Panama e della Colombia sono collegati da una giungla che nel 2023 ha visto più di cinquecento mila migranti attraversarla con l’obiettivo di raggiungere prima l’America Centrale e poi gli Stati Uniti. La zona a cavallo tra i due paesi è il “Tappo del Darién” e, seppure fosse considerata ostile da superare per secoli, da qualche anno costituisce una scelta per molti migranti che vogliono arrivare negli Stati Uniti.

La traversata della giungla è principalmente pianificata dal Clan del Golfo e sponsorizzata sui principali social, al pari di una scampagnata, con la sostanziale differenza che il rischio di morte è molto più elevato. L’organizzazione criminale colombiana mette a disposizione dei migranti, dietro ingenti somme di denaro, anche dei “portatori”, cioè accompagnatori che vengono pagati per portare zaini o bambini, in modo da rendere più facile il viaggio.

Secondo il governo panamense, i migranti che hanno deciso di superare il Darién Gap sono in aumento: nel 2019 erano poco più di 22 mila, mentre nel 2023 sono stati circa 520 mila. Le misure di sicurezza adottate da Panama, stando a quanto riportato da un funzionario della frontiera in quest’articolo di VoA News, hanno ridotto il numero di migranti del 35% dal 2023 al 2024, ma allo stesso tempo si teme che il numero di migranti che partono siano gli stessi. Ciò che cambia potrebbe essere il numero di coloro che riescono a superare la giungla, decretando così solamente una maggiore difficoltà del viaggio e non una sicurezza in aumento per i migranti.

L’Organizzazione internazionale per le migrazioni ha monitorato per circa un mese, dal 28 maggio al 24 giugno 2024, il numero di migranti che raggiungono le frontiere panamensi. Un primo risultato riguarda la nazionalità di provenienza di chi decide di intraprendere il cammino: i tre paesi di partenza più presenti sono Venezuela – 69% degli individui -, Colombia – 20% – ed Ecuador – 8%.
Di seguito ci sono Perù, Cuba, Cile, Repubblica Dominicana, Haiti, Cameroon e Bangladesh.

Circa il 15% degli intervistati ha meno di 12 anni e il numero di bambini che ha preso parte al viaggio ha seguito il trend di crescita delle migrazioni.
Nel 2023, UNICEF ha segnalato circa 3300 bambini non accompagnati, che però potrebbero essere stati lasciati indietro dalle famiglie volontariamente, con l’obiettivo di ritrovarsi successivamente. Spesso, le famiglie non possono economicamente permettersi l’intero viaggio, quindi durante la traversata possono avvenire separazioni, in modo che uno dei famigliari, una volta giunto a Panama, possa inviare dei soldi a chi ancora è nel Darién.
Nei primi quattro mesi del 2024 sono stati 40 mila i bambini che hanno varcato la pericolosa giungla del Darién, decretando un aumento del 40% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, si vede da un’analisi di UNICEF.

Spesso ciò che spinge alla partenza è la situazione drammatica dei paesi di provenienza, sia dal punto di vista economico che umanitario: stipendi bassi, scarsa sicurezza finanziaria, violenze dovute a conflitti o al controllo da parte dei cartelli. Infatti, più del 70% dei migranti ha deciso di partire nonostante avesse un lavoro da dipendente nel paese di partenza, mentre circa il 17% ne aveva uno come libero professionista.
Un lavoro non era quindi sufficiente per convincere quelle persone a non lasciare il proprio paese e non ha rappresentato un freno al desiderio di migliorare le proprie condizioni di vita.

Il viaggio non è solamente ricco di insidie naturali – attacchi di animali, cadute, mancanza di acqua potabile o stati influenzali – ma anche umane. Superata la parte meridionale del Darién, sotto lo stato colombiano, si accede a quella appartenente a Panama, dove i nativi spesso colpiscono i migranti. Medici senza frontiere nel 2023 ha prestato soccorso a 676 migranti che hanno subito violenze sessuali, circa il triplo delle vittime di soprusi del 2022.

La Croce rossa internazionale sostiene che nei primi sei mesi del 2023 sono 60 le vittime registrate che hanno perso la vita lungo la traversata.
Tra il 2018 e il 2023, nel tentativo di superare la giungla, hanno perso la vita 258 persone e si ritiene che i numeri reali siano molto più grandi, date le difficoltà nel reperire informazioni sui migranti partiti e ritrovare i corpi delle vittime all’interno dell’insidiosa giungla.

Le difficoltà della traversata sono aumentate da quando il governo di Panama ha aumentato i controlli all’interno dell’area della giungla sotto la sua sfera di influenza, anche se per un obiettivo diverso da quello che ci si aspetta. Infatti, la loro attenzione non è rivolta agli indigeni o ai clan che attaccano e violentano i migranti, ma a chi favorisce l’immigrazione e aiuta i migranti durante il viaggio.

La politica migratoria panamense è figlia, o coetanea, delle recenti scelte politiche in tema di immigrazione: rendere sempre più complicato spostarsi da un paese all’altro e trasformare in un percorso a ostacoli i processi che permettono un migliore inserimento dei migranti all’interno della società del paese di destinazione.
Applicare restrizioni eccessive sul movimento delle persone favorisce coloro che aiutano in maniera non regolamentata i migranti e aumenta il rischio di morte per chi cerca di migliorare la propria condizione, cambiando il suolo in cui vive.

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