Indica un intervallo di date:
  • Dal Al
tecnologia

L’8% delle morti può essere attribuito a cattive abitudini di sonno

Dormire da 7 a 8 ore a notte, avere difficoltà a prendere sonno non più di due notti a settimana, avere difficoltà a rimanere addormentati non più di due volte a settimana, non utilizzare farmaci per dormire e sentirsi riposati al risveglio almeno cinque giorni alla settimana.

Uno studio di Harvard ha dimostrato che l’8% delle morti può essere attribuito a cattive abitudini di sonno.  Detto altrimenti, chi soddisfa i seguenti cinque critieri:  dormire da 7 a 8 ore a notte, avere difficoltà a prendere sonno non più di due notti a settimana, avere difficoltà a rimanere addormentati non più di due volte a settimana, non utilizzare farmaci per dormire e sentirsi riposati al risveglio almeno cinque giorni alla settimana; ebbene  ha il 30% in meno di probabilità di morire per qualsiasi motivo rispetto a chi ne soddisfa uno o nessuno.   Questo studio di Harvard è il primo ad esaminare come le abitudini del sonno influenzino l’aspettativa di vita, invece di esaminare solo la durata del sonno.

Quando alle durata del sonno, qual è il numero di ore ‘giusto’ da dormire?

Il massimo è tra i 4 e 12 mesi, con 12-16 ore al giorno raccomandate, mentre una volta adulti ne bastano 7 ore, come ricordano i Centers for diseases control (Cdc) americani sul loro sito, che mettono in guardia anche contro gli effetti deleteri del fumo.

Per ogni fascia d’età c’è un numero di ore raccomandate, secondo l’Accademia americana della medicina del sonno: dopo il primo anno di vita, in cui il sonno, con i pisolini diurni inclusi, occupa la gran parte della giornata, si va progressivamente calando. Ma per essere pragmatici occorre sapere che quasi un terzo degli adulti negli Stati Uniti non dorme le 7-8 ore raccomandate dal Centers for Disease Control and Prevention – CDC.

Come cambia la percezione del sonno con l’età? Tuttavia, con il passare dell’età dormire ti fa sentire più riposato. Il grafico seguente che è stato pubblicato su Flowing Data  mostra come si sentono le persone riposate, in base alle risposte all’American Time Use Survey.

Le stime si basano sui dati dell’American Time Use Survey relativi agli anni in cui alle persone è stato chiesto informazioni sul benessere (2010, 2012, 2013 e 2021). I dati, scrive l’autore, sono stati scaricati tramite IPUMS , analizzati in R e visualizzati con D3.js.

Per approfondire. 

Sono circa 13,4 milioni gli italiani che soffrono di insonnia. Come si monitora il sonno

Mattinieri o nottambuli? La variabile culturale e generazionale è il sonno

Dormire fa bene e rende più produttivi. Ecco le tecnologie che aiutano il riposo