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tecnologia

L’illusione dell’ombra della scacchiera di Adelson


Diciamo che grossomodo esistono tre tipi di illusioni ottiche, quelle causate da fenomeni puramente ottici e quindi non dipendenti dalla fisiologia umana, quelle le percettive, generate dalla fisiologia dell’occhio e le cognitive, dovute all’interpretazione che il cervello dà delle immagini. Quella sopra è nota come la Scacchiera di Adelson” è una illusione pubblicata nel 1995 su “Vision Science” da Edward Adelson del Mit.
Come si vede anche nel video qui sotto l’ombra del cilindro verde riesce a influenzare la visione delle caselle della scacchiera. Di conseguenza i due quadrati segnati con le lettere “A” e “B” (che hanno esattamente la stessa tonalità di grigio) sembrano avere due tonalità di grigio del tutto differenti: “A” sembra molto più scuro di “B”. Infatti “A” e “B” sembrano avere due tonalità di grigio molto differenti. Qui sul sito di Micharl Bach trovate una animazione che vi permette di capire tutti passaggi. 

 

Come funziona l’illusione?

L’apparato visivo determina il colore degli oggetti nella realtà. In questo caso il problema è determinare il livello di grigio dei quadrati sulla scacchiera. L’illusione, ideata dal Prof. Edward Adelson, si basa sul fatto che il nostro cervello percepisce un colore rispetto al contesto e ai colori che lo circondano. Il quadrato A sembra più scuro perché è circondato da colori chiari mentre il B,circondato da colori scuri, ci appare più chiaro
Non basta misurare la quantità di luce proveniente dai quadrati, un’ombra può alterare la luminosità di una superficie, una superficie bianca in ombra può riflettere meno luce di una superficie scura sotto una luce piena. In pratica, l’apparato visivo utilizza svariati trucchi per determinare dove sono presenti delle ombre e cerca di compensare il loro effetto al fine di determinare il più possibile l’esatta intensità del colore di una superficie.

MathGamesAndWeirdThings è una nuova rubrica dove si parla appunto di matematica, giochi e cose strane. Sempre con i dati e a volte con le neuroscienze