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cronaca

La giornata mondiale dell’ambiente in cinque numeri e un grafico

La Giornata mondiale dell’ambiente indetta dall’Onu si celebra il 5 giugno e quest’anno è dedicata alla ricerca di soluzioni alla crisi dell’inquinamento da plastica.  La giornata si celebra in tutto il mondo, tre parole d’ordine quest’anno: riciclo, riuso e riduzione. E’ alla sua cinquantesima edizione. Due giorni fa all’International Negotiating Committee (INC) dell’Onu al quale hanno partecipato 175 paesi è stata approvata una bozza di accordo sull’abbattimento della plastica che sarà esaminata a novembre a Nairobi, con l’obiettivo di un trattato finale entro il 2024. In attesa, ecco cinque numeri scelti da Info Data.

11 mln

Quanta plastica finisce negli oceani. Ogni anno circa 11 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica finiscono negli oceani.  Se allaghiamo il discorso a fiumi e laghi la stima sale a 19-23 milioni di tonnellate . Questo è approssimativamente il peso di 2.200 torri Eiffel tutte insieme. Il dato potrebbe  triplicare entro il 2040.

50%

Riciclo e riuso. Ogni anno l’umanità produce circa 430 milioni di tonnellate di plastica, metà delle quali progettate per essere utilizzate una sola volta.  Meno del 10% viene riciclata.

4.500 mld

Cosa fare? Secondo l’ultimo rapporto di Unep (Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente)  dal titolo ‘Chiudere il rubinetto: come il mondo puo’ mettere fine all’inquinamento da plastica e creare un’economia circolare’, il passaggio a un’economia circolare comporterebbe un risparmi diretti e indiretti intorno a 4.500 miliardi di dollari e un aumento netto di 700.000 posti di lavoro entro il 2040.pubblicato prima del negoziato parigino. Il rapporto indica soluzioni basate sulle 3 R: riuso (consentirebbe di avere un taglio del 30% dell’inquinamento nei prossimi 17 anni), riciclo (per un’ulteriore 20% in meno e fino al 50% eliminando i sussidi ai combustibili fossili e rafforzando le linee guida per migliorare la riciclabilità) e riorientando la produzione (il 17% in meno usando materiali alternativi).

4mila tonnellate

E l’Italia?  Secondo il nuovo report del Wwf ‘pubblicato proprio oggi 5 giugno  e dal titolo  Plastica: dalla natura alle persone. È ora di agire l’Italia è tra i peggiori Paesi inquinatori che si affacciano sul Mediterraneo, contribuendo all’inquinamento soprattutto in qualità di secondo più grande produttore di rifiuti plastici in Europa. Un esempio? In Italia ogni anno gettiamo 4mila tonnellate di plastica solo con il consumo degli spazzolini da denti. Un quantitativo importante di plastica che oggi non viene riciclato e non contribuisce a creare nuovi oggetti. Altri esempi: se potessimo riciclare una sedia da giardino potremmo ottenere fino a 2,8 kg di plastica riciclata, come riciclare 93 flaconi dello shampoo; con il riciclo di una bacinella per i panni potremmo ottenere fino ad 1 kg di plastica riciclata, come riciclare 500 tappi delle bottiglie dell’acqua; con un trasportino per gatti potremmo ottenere fino a 900 g di plastica riciclata, l’equivalente di riciclare 30 vaschette per le albicocche.

 

80%

Il legame tra turismo e plastica.  Otto turisti su dieci visitano le zone costiere e aggiungono rifiuti agli otto milioni di tonnellate di plastica che entrano negli oceani ogni anno. l legame tra plastica e turismo non è casuale. I prodotti in plastica monouso sono modi efficaci ed economici per rispettare gli standard di salute, sicurezza e igiene da garantire al turista. Molti hotel utilizzano kit di cortesia con bottiglie di shampoo di plastica monouso, spazzolini da denti e pettini. Allo stesso tempo, le navi da crociera scaricano in mare grandi quantità di acque reflue cariche di microplastica. E il rischio dell’aumento di questo tipo di inquinamento è reale se, secondo i dati dell’Onu, gli arrivi turistici internazionali tra il 1980 e il 2019 sono passati da 177 milioni a quasi 1,5 miliardi all’anno e il settore sta tornando ai livelli pre-pandemia, con il doppio delle persone che hanno viaggiato finora nel 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Qui sotto l’infografica realizzata dal Wwf

Per approfondire.

Chi sono i Paesi responsabili dell’inquinamento della plastica nell’oceano #infographics

In una mappa animata la concentrazione delle microplastiche

Plastica, cosa dicono davvero i dati sull’inquinamento del mare e delle spiagge? #DataAnalysis