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tecnologia

Chi salverà la creatività (e i creativi) dai Big dell’intelligenza artificiale?

Le opere artistiche generate da sistemi come Midjourney, Dall-E o Stable Diffusion sono opere derivate? Sono cioè paragonabile a collage e quindi sono soggette al diritto d’autore? Oppure l’Ai generativa si ispira come farebbe un essere umano e quindi produce artefatti originali? Si sta dibattendo di questo nei tribunali. Lo United States Copyright Office ha mutato una decisione precedente e disciplinato nuovamente l’ambito di registrazione di un fumetto generato tramite l’app di Intelligenza Artificiale Midjourney, aprendo a una forma di copyright che protegge l’intero scheletro dell’opera, ma non le sue singole parti costitutive. La questione non è banale. Gli artisti chiedono di potere capire se questi sistemi hanno copiato le loro opere. Chiedono di potere avere trasparenza sui database su cui si allenano questi algoritmi. E la questione non riguarda solo gli artisti perché quello che fa l’AI generativa è analizzare e generare dati. E quindi riguarda tutti coloro che producono e commerciano contenuti digitali. Il che può essere tutto, dal testo al video.

C’è chi pensa che però sia troppo tardi. Per capire se come si dice il dentifricio è uscito dal tubetto e qundi non c’è nulla da fare o c’è ancora qualcosa che si può fare siamo con l’artista LRNZ in arte Lorenzo Ceccotti co-fondatore di European Guild For Artificial Intelligence Regulation una associazione che chiede alle istituzioni comunitarie di introdurre un “training right”, che consenta, senza voler mettere paletti all’innovazione, un uso virtuoso delle IA generative. Siete su ThinkTallyTalk