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economia

L’Italia è pronta all’auto elettrica? I numeri sulla rete di ricarica

Adesso la decisione è definitiva: il parlamento europeo ha approvato lo stop alla vendita di auto inquinanti a partire dal 2035. Una scelta che, allo stato delle tecnologie attualmente disponibili, spingerà il mercato verso le auto elettriche. Vetture che ad oggi rappresentano meno dell’1% del parco circolante europeo, la cui diffusione pone innanzitutto un problema: quanto è matura la rete di ricarica?

Una domanda che, per quanto riguarda l’Italia, trova una risposta nelle pagine della quarta edizione del rapporto “Le infrastrutture di ricarica a uso pubblico in Italia” curato da Motus-E, associazione che conta oltre 100 operatori della filiera dell’auto elettrica nata nel 2018. Stando a questo report, nel nostro paese nel 2022 erano presenti 36.772 punti di ricarica distribuiti in 19.334 colonnine. Una colonnina può avere infatti due prese per ricaricare l’auto. Queste infrastrutture sono distribuite in 14.048 location accessibili al pubblico. Considerando che in Italia sono circa 170mila le auto full electric in circolazione, si tratta di circa un punto di ricarica ogni 5 vetture.

Come si può vedere dalla mappa che apre questo pezzo, che rappresenta l’incidenza dei punti di ricarica ogni 100mila veicoli, la distribuzione di queste infrastrutture non è omogenea. Per calcolarla, InfoData ha incrociato i dati Motus-E sui punti di ricarica con quelli di Aci relativi al parco circolante, aggiornati però al 2021. L’incidenza maggiore la si registra nelle regioni del Nord, il record in Valle d’Aosta con 215,3 punti di ricarica pubblici ogni 100mila veicoli. Primato negativo, invece, in Campania, dove le prese per ricaricare l’auto elettrica sono 33 ogni 100mila veicoli.

Ovviamente, se si guarda alla diffusione territoriale dei punti di ricarica in numeri assoluti, il discorso cambia. La Valle d’Aosta è infatti la terzultima regione italiana per numero di prese installate. Ma del resto è anche la meno popolosa, con appena 120mila abitanti. Questa la situazione di dettaglio:

Il maggior numero di punti di ricarica è presente in Lombardia, dove sono 5.971. Seguono il Piemonte con 3.848 e il Veneto con 3.840. Fanalino di coda il Molise, con appena 175 stazioni per ricaricare l’auto elettrica ad uso pubblico. Va aggiunto, come sottolinea il rapporto Motus-E, che lungo le autostrade italiane i punti di ricarica sono appena 496, ovvero l’1,3% del totale. Aspetto positivo, il 64% degli impianti che si trova nelle aree di sosta ha una potenza superiore ai 150 kW, rientrano cioè nella categoria Ultrafast. Permettono, in altre parole, di ricaricare in pochi minuti anche auto con batterie molto “capienti”.

Senza contare che di questi 496, ben 378 punti di ricarica autostradali sono stati installati nel solo 2022. Più in generale, l’intera rete di ricarica pubblica italiana ha conosciuto un forte sviluppo negli ultimi anni: in appena 40 mesi, dal settembre 2019 al dicembre 2022, il numero di spazi cui attaccare l’auto per ricaricare è più che triplicato. Questo l’andamento:

Un andamento destinato a proseguire, se si tiene conto del fatto che il Pnrr stanzia 750 milioni per l’installazione, entro il 2025, di 7.500 punti di ricarica rapida in autostrada e 13.755 nei centri urbani. Ma appunto, come accennato rispetto alla rete di ricarica autostradale, l’altro tema relativo alla ricarica dell’auto elettrica non è legato al numero delle colonnine, ma alla loro potenza. O, detto altrimenti, dalla velocità con cui ricaricano le auto. Detto che quest’ultima dipende dalla temperatura oltre che dallo stato di carica residua e di usura delle batterie, questo è il quadro:

Degli oltre 36mila punti di ricarica presenti in Italia, ben 26mila hanno una potenza compresa tra i 7 e i 22 kW. Rientrano cioè nella categoria quick e funzionano con corrente alternata. Per dare un’idea: una colonnina da 22 kW impiega circa un paio d’ore a ricaricare completamente una batteria da 40 kWh. Una tempistica più compatibile con una spesa al supermercato o una cena che con una pausa per un caffé in un’area di sosta lungo un’autostrada.

Il rapporto Motus-E si chiude con un confronto tra la rete di punti di ricarica per l’auto elettrica italiana e quella di altri paesi europei. InfoData ha confrontato questi numeri normalizzandoli rispetto alla popolazione delle nazioni prese in considerazione:

Con 620,77 punti di ricarica ogni milione di abitanti, l’Italia occupa l’ultimo posto di questa classifica, guidata dai Paesi Bassi dove, rispetto alla popolazione, le prese per la ricarica ad uso pubblico sono dieci volte tanto quelle italiane. In numeri assoluti sono 115mila contro le 36mila nostrane. In Francia, nazione paragonabile alla nostra per numero di abitanti, i punti di ricarica sono il doppio rispetto a quelli attualmente attivi nel nostro paese.