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tecnologia

Cosa cambia con il Digital Services Act?

L’Unione europea ha raggiunto l’accordo politico sul Digital Services Act (Dsa), il disegno di legge che impone alle Big Tech una maggiore responsabilità sui contenuti illegali o nocivi che circolano sulle loro piattaforme. Qui trovate le informazioni sul sito della Commissione europea.

 

L’accordo odierno sul Dsa è storico. Le nostre nuove regole proteggeranno gli utenti online, garantiranno libertà di espressione e opportunità per le imprese”, sottolinea la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, in un tweet, aggiungendo che “ciò che è illegale offline sarà effettivamente illegale online nell’Ue”. Si tratta di “un segnale forte per persone, aziende e paesi in tutto il mondo”.

 

Cosa è il Dsa. Le nuova normative propone regole per garantire una maggiore responsabilità su come le piattaforme moderano i contenuti, pubblicizzano e utilizzano algoritmi sui dati. Le piattaforme molto grandi saranno inoltre obbligate a valutare i rischi che i loro sistemi comportano, per quanto riguarda non solo contenuti e prodotti illegali, ma anche rischi sistematici per la tutela degli interessi pubblici, dei diritti fondamentali, della salute e della sicurezza pubblica. Dovranno sviluppare strumenti e misure di gestione del rischio appropriati per proteggere l’integrità dei loro servizi dall’uso di tecniche manipolative La proposta di legge sui servizi digitali non sostituirà la direttiva sul commercio elettronico, che rimane il quadro giuridico fondamentale per tutti i servizi digitali. Tuttavia, al fine di fornire una maggiore armonizzazione, incorpora le norme esistenti che esentano gli intermediari online dalla responsabilità dei contenuti che ospitano a determinate condizioni per garantire che i servizi innovativi possano continuare a emergere e ad espandersi nel mercato unico.

Chi è interessato?  Il Dsa si applicherà a tutti gli intermediari online che operano in Europa, introducendo obblighi graduati sulla base della natura dei servizi e proporzionati al numero degli utilizzatori, così da bilanciare la tutela degli utenti con le esigenze del mercato e dell’innovazione.

Cosa cambia?  Le piattaforme di vendita online per esempio dovranno tracciare i propri fornitori, così che merci contraffatte e contenuti illegali verranno intercettati tempestivamente e altrettanto velocemente rimossi, mentre piattaforme e motori di ricerca online di rilevante dimensione saranno soggetti a obblighi rigorosi. Inoltre le interfacce ingannevoli, note come dark patterns, saranno vietate come pure le pratiche ingannevoli. La trasparenza e l’informazione corretta verrà assicurata ad ogni livello e per ogni servizio, mentre si potrà scegliere se essere profilati dalle grandi piattaforme e dai grandi motori di ricerca. Infine, le piattaforme accessibili ai minori dovranno mettere in atto speciali misure di protezione e sarà vietata la pubblicità mirata basata sull’uso dei dati personali dei minori. Per usare le parole del ministro dell’innovazione italiano Vittorio Colao con questo provvedimento ciò che è illecito offline lo è anche online.

A proposito di dati è una rubrica di Info Data per segnalare novità e nuove policy sui dati sia in ambito pubblico che privato. Se avete segnalazioni scriveteci infodata@ilsole24ore.com

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