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Pnrr: per ora solo il 2,7% degli over 65 che sono assistiti a casa

La componente 1 della “Missione Salute” del Piano Nazionale di Ripresa e resilienza (PNRR) include investimenti per allargare la percentuale di popolazione con più di 65 anni che potrà fruire di servizi di assistenza domiciliare e che oggi rimane ai margini. Attualmente siamo intorno al 2,7% di over 65 che sono assistiti domiciliarmente, a fronte di una domanda molto più nutrita.

L’investimento è di 4 miliardi di euro, prevede di identificare un modello condiviso per l’erogazione delle cure domiciliari che sfrutti al meglio le possibilità offerte dalle nuove tecnologie (come la telemedicina, la domotica, la digitalizzazione). Il progetto – si legge – è quello di realizzare presso ogni Azienda Sanitaria Locale (ASL) un sistema informativo in grado di rilevare dati clinici in tempo reale; di attivare 602 Centrali Operative Territoriali (COT), una in ogni distretto, con la funzione di coordinare i servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari, assicurando l’interfaccia con gli ospedali e la rete di emergenza-urgenza. Di questi 4 miliardi, 2,72 miliardi dovrebbero essere investiti per permettere appunto di raggiungere il 10% degli over 65.

È evidente che grossa parte dei costi si tradurranno in personale che possa garantire questo salto di presa in carico. L’aumento della spesa per il personale necessario deriverà per la metà dalle risorse statali (500 milioni di euro annui) e per l’altra metà- appunto – da questi 2,72 miliardi di euro del PNRR. In un interessante lavoro pubblicato da Franco Pesaresi, direttore dell’Azienda servizi alla persona «Ambito 9» di Jesi (An) che gestisce i servizi sociali per i 21 comuni dell’Ambito sociale, su welforum.it a giugno 2021 (e aggiornato più di recente come comunicato dall’autore a Infodata, i dati si riferiscono a quest’ultimo aggiornamento), Pesaresi stimava “di assistere nel 2026 complessivamente 1.509.814 anziani per una spesa media annua di circa 1.980 euro a persona. Per garantire la crescita dell’assistenza domiciliare, i costi per il personale cresceranno rispetto all’anno precedente di 578 milioni nel 2022 fino ad arrivare ad un incremento di 1.59 miliardi di euro nel 2026, rispetto al 2021”.  In termini di assistiti significa in più: 484.782 persone in assistenza domiciliare di base, 161.594 persone in assistenza domiciliare di primo livello, 80.797 persone in assistenza domiciliare di secondo livello, 32.319 persone in assistenza domiciliare di terzo livello, 48.478 persone in cure palliative domiciliari.

Si osserva una necessità di reperire 1,1 miliardi di euro per il 2027, quando il PNRR non sarà più attivo.

Per quanto riguarda le 600 Centrali Operative Territoriali (COT), una in ogni distretto, con la funzione di coordinare i servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari grazie ai sistemi di telemedicina, per i quali è nata la prima piattaforma nazionale di telemedicina che finalmente regolamenta le prestazioni che possono essere erogate, ne fissa i prezzi rendendole quindi rimborsabili dal SSN, cosa che durante l’emergenza pandemica, nella corsa ad assistere il più possibile in poco tempo, non era stato possibile fare. In ogni COT sono previsti un coordinatore e 5 infermieri, i cui costi (150 milioni di euro) saranno coperti dalle risorse stanziate nel Dl 34/2020.