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cronaca

Le previsioni sbagliate del 2021 e quelle per il 2022 in una infografica

Nel 2020, quasi nessuno aveva previsto una pandemia, come avevamo rilevato qui discutendo di cigni neri e rinoceronti grigi. Nel 2021, chi avrebbe previsto i successo degli NFT?  O solo che una nave portacontainer bloccasse il canale di Suez per giorni generando perdite milionarie su tutte le Borse mondiali? Come sappiamo bene la palla di cristallo in grado di prevedere il futuro non esiste. Al massimo possiamo stimare la probabilità che alcuni eventi possano accadere. Con un ampissimo margine di errore.

In questa infografica pubblicata due anni fa su Visual Capitalist sono riassunte in modo assertivo alcune indicazioni emerse statisticamente con più forza. Siamo dalle parti del pendolino: la scelta grafica di usare le cartelle del Bingo sdrammatizza la questione della differenza tra la previsione che è un calcolo o una stima di eventi futuri; e predizione che invece è l’atto di dichiarare o indicare qualcosa in anticipo. Qui troviamo le 25 predizioni per il 2022 raccolte dopo avere interpellato non meno di 300 articoli, whtepaper e interviste di esperti su quello che accadrà quest’anno.

Le più affidabili sono le previsioni economiche perché si basano su survey come quella del Fondo monetario internazionale e di Goldman Sachs e comunque di istituti che ogni anno stimano l’andamento dei principali indicatori macroeconomici. Mettendo insieme questi report si evince che l’economia globale probabilmente continuerà a crescere, ma non al ritmo che del 2021. L’inflazione che è tornata a fare paura nel 2021 continuerà a restare un problema anche per quest’anno. E che si andrà entro i prossimi dodici mesi a una qualche forma di stretta monetaria.

Quanto alla politica estera sono previste tensioni tra Stati Uniti e Iran, in Ucraina e tra la Cina e Taiwan. E anche all’interno della Cina.

Poi c’è il capitolo lavoro, negli Usa già l’estate scorsa di è discusso del fenomeno delle “grandi dimissioni”: in agosto 4,3 milioni di lavoratori hanno lasciato il posto. Secondo l’Economist il 2022 sarà l’anno del lavoratore, nel senso che secondo la rivista britannica crescerà il potere contrattuale ma allo stesso tempo cambiare anche il ruolo del lavoro all’interno della nostra vita. Per i digital creator si apre un periodo di sperimentazione grazie all’attenzione sugli Nft (Non fungible token) nell’arte e nel gaming.

Infine, i big della tecnologia diventeranno sempre più big. E anche qui la previsione deve però tenere conto dell’attività dell’autorità di regolamentazione nazionale che stanno cercando di normalizzare il potere delle grandi piattaforme digitali, sopratutto in Europa.

Quanto alla cybersecurity le cose peggioreranno. Ma anche in questo cosa più che una predizione è un esercizio di buon senso.

La domanda vera è un’altra: perché ci avventuriamo in questo esercizio stilistico di inizio anno. Sappiamo che gli essere umano temono l’incertezza, le previsioni servano anche a questo a renderli più sicuri. E dopo quanto ci è accaduto in questi ultimi due anni  siamo certi di essere davvero incerti anche di fronte ad eventi imprevisti ma prevedibili come nel caso di un pandemia.

Quindi, perché dovremmo prestare attenzione alle predizioni?

 

Per approfondire. 

Le previsioni (sbagliate) del 2020 in una infografica. Gli umani temono l’incertezza

Rinoceronti, cigni neri e cigni neri dalla coda grassa. Si potevano prevedere gli effetti della pandemia?

Dagli Nft al metaverso: viaggio nelle tendenze tech del 2022 e oltre