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politica

La Bielorussia fa partire i migranti, ma imprigiona gli oppositori. Ecco i dati

Gli occhi del mondo, o almeno quelli dell’Europa, sono puntati al confine tra Bielorussia e Polonia, limite orientale del territorio dell’Unione europea. Qui, dove centinaia di migranti provenienti dal Medio Oriente, pare con la benedizione del regime di Minsk, stanno cercando di forzare la frontiera per entrare in Ue. Dove, verosimilmente, chiedere asilo.

Un’escalation che rappresenta l’ultimo tassello della crisi innescata dalle elezioni dello scorso agosto, che hanno conferito un sesto mandato al presidente Alexander Lukashenko. Elezioni la cui validità non è mai stata riconosciuta dall’Unione europea, che anzi le definì illegittime.

Nel tentativo di raccontare quella che molti definiscono come “l’ultima dittatura d’Europa”, InfoData ha utilizzato i dati relativi ai prigionieri politici raccolti dallo Human Rights Center Viasna e li ha rappresentati nell’infografica che apre questo pezzo.

Ogni gruppo di punti rappresenta le persone arrestate nel corso di un mese. Da sinistra a destra ci si muove dal 2019 al 2021, dall’altro verso il basso si va da gennaio a dicembre. Più un punto è grande, maggiore è il numero di reati contestati ai soggetti incarcerati. I punti in rosso rappresentano prigionieri di sesso femminile, quelli in bianco di sesso maschile.

Si tratta di 685 persone imprigionate tra la fine del 2019 e il mese di settembre del 2021. Cliccando su ogni punto appare un pop-up che indica il nome della persona imprigionata e le accuse che le sono rivolte. Un tentativo, come detto, di raccontare un regime che, spalleggiato dalla Russia di Vladimir Putin, sfida l’Unione Europea su un terreno, le migrazioni, che negli ultimi anni Bruxelles ha dimostrato di gestire con difficoltà.