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cronaca

Coronavirus, l’autonomia (dei dati) lombarda e la mappa (nazionale) della protezione civile

L’avevano chiesta, nell’ottobre del 2017, con un referendum. La ottengono ora grazie al coronavirus, almeno per quanto riguarda la diffusione dei dati relativi ai contagi e, più in generale, dell’andamento dell’epidemia. Sì, non è solo con la nomina di Guido Bertolaso a commissario per la costruzione di un’ospedale all’interno della vecchia fiera di Milano che la Lombardia si sta rendendo autonoma da Roma. Lo ha fatto, anche, per quanto riguarda la comunicazione dei dati relativi ai contagi da coronavirus.

Molti italiani, certamente molti lettori di Infodata, avranno ormai preso confidenza con la mappa implementata dalla Protezione civile per raccontare l’andamento dell’epidemia di Covid-19. Quella, cioè, che viene aggiornata tutti i pomeriggi, tra le 18 e le 19, con i dati sui contagi, i decessi, i ricoveri in terapia intensiva e le guarigioni.

Ebbene, da qualche giorno la Lombardia ha deciso di diventare autonoma sotto questo profilo. Beninteso, i dati lombardi arrivano comunque a Roma e vengono caricati sul portale nazionale. Ma Milano ha deciso di fare da sè, sviluppando un portale identico a quello romano. E guadagnandosi così la tanto agognata autonomia, almeno sotto il profilo dei dati.

 

Ovviamente, ma è meglio precisarlo a scanso di equivoci, questo pezzo è scritto con un po’ di leggerezza, la stessa di cui c’è bisogno, oltre al rispetto delle misure di contenimento, per superare questa fase difficile. Specie nella Regione che sta pagando il prezzo più alto in termini di vite umane all’epidemia. Perchè la Lombardia, che ha sviluppato uno dei portali open data migliori d’Italia, non pubblica i dati in formato open?