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finanza

Coronavirus, le tre settimane che hanno sconvolto Piazza Affari

Articolo pubblicato il 10 marzo 2020

La giornata del 12 marzo è passata alla storia come la peggior seduta di Piazza Affari. La borsa di Milano, infatti, con la chiusura del Ftse Mib a -16,92% ha rivisto al ribasso il precedente ‘record’, quando, il 24 giugno 2016, dopo la decisione del Regno Unito ha scelto di uscire dall’Unione Europea, perse il 12,48%. Con il tonfo di oggi il valore del Ftse Mib torna a metà 2013.
Alla chiusura di oggi, martedì 10 marzo, il Ftse Mib quotava 17.870 punti. Soltanto martedì 18 febbraio era a 25.223. In queste tre terribili settimane nelle quali il Coronavirus si è così largamente diffuso in Italia, i titoli del listino principale della Borsa di Milano hanno lasciato sul terreno quasi il 30% del valore.

Per trovare un periodo così nero in sole ventuno giornate occorre tornare indietro al 21 settembre 2001, una data che immediatamente porta alla memoria la tragedia delle Torri Gemelle. Ebbene, allora il calo fu appena peggiore con una perdita relativa del il 31% rispetto all’ultima seduta dell’agosto di quell’anno.

Da quel minimo di quasi 23.900 punti la borsa di Milano rimbalzò fino a recuperare, nelle tre settimane seguenti, quasi il 27% del valore. Che succeda anche questa volta, stretti tra la crisi innescata di Covid-19 da un lato e la caduta del prezzo del petrolio che fa soffrire i titoli energetici dall’altro, non possiamo saperlo. Nella giornata di venerdi il rimbalzo, Piazza Affari chiude con il segno più.  Ma nella prima settimana di “lockdown” da coronavirus, in Lombardia e poi in tutta Italia, il Ftse Mib ha perso quasi un quarto del suo valore (-23,3%), facendo segnare la peggiore prestazione in Europa.