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economia

Milano, in un anno raddoppiano le offerte di lavoro su LinkedIn

 

Questi i risultati della seconda edizione del Milan Economic Graph, lo studio sulla situazione del mercato del lavoro basato sull’analisi dei dati presenti sulla piattaforma e relativi all’area del capoluogo lombardo. A poco più di un anno dalla prima analisi sviluppata Milano si riconferma uno dei marker principali per definire lo stato dell’arte del mondo occupazionale italiano e delle sue dinamiche. Il capoluogo lombardo, infatti, sulla piattaforma oggi conta in tutta la sua area metropolitana oltre 945 mila professionisti, il 14% in più rispetto all’anno scorso, 108 mila aziende rappresentate, il 12.5% in più rispetto al 2016, e oltre 9 mila offerte di lavoro, il doppio rispetto a quelle rilevate nella passata edizione. Dati questi che sottolineano come piano, piano l’economia si stia riprendendo con segnali positivi che portano sempre di più i professionisti a comprendere l’importanza di avere una buona identità digitale che li possa far conoscere alle aziende e alle pubbliche amministrazioni in cerca di talenti.

Negli ultimi 12 mesi, in tutta l’area metropolitana di Milano, il social network ha calcolato circa 45 mila nuove assunzioni e in particolare i settori nei quali attualmente si riscontra il maggior numero di professionisti sono quelli dei servizi professionali (17%), della tecnologia (16%) e dei servizi finanziari e assicuraizoni (13%). Ciò che stupisce, però, in questa speciale classifica è l’aumento occupazionale verificatosi nel settore retail&consumer products, salito al quarto posto con un valore pari all’11% del totale, e dell’healthcare, al quinto posto con l’8%. Dati questi, che trovano conferma anche nelle statistiche inerenti le offerte di lavoro presenti sulla piattaforma, che vedono Servizi Professionali (26%) e Tecnologia (21%) ancora ai primi posti, ma che in terza posizione trovano il settore retail&consumer products che dal 7% dell’anno scorso raggiunge addirittura il 19%, seguito poi dai servizi finanziari e assicurazioni (11%) e dall’healthcare, che raggiunge il 6%.