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economia

L’occupazione femminile non è un problema solo italiano. Ecco come vanno le cose in Europa

La data di scadenza è il 2030, l’obiettivo fissato dall’Europa è quello di ridurre sotto i 5,8 punti percentuali la differenza tra il tasso di occupazione femminile e quello maschile nella fascia d’età compresa tra i 20 e i 64 anni. Una questione che va ben oltre un tema di giustizia sociale: quando si parla di violenze e femminicidi, è impossibile pensare che una donna possa allontanarsi da un convivente violento se non è indipendente dal punto di vista economico.

La mappa che apre questo pezzo mostra in nero quelle regioni europee che hanno già raggiunto l’obiettivo, in rosso quelle che invece devono ancora lavorarci. Con la sola eccezione di Islanda, Finlandia e paesi baltici, non ci sono nazioni che abbiano centrato in pieno questo obiettivo. Ci sono però nazioni che non presentano nemmeno una regione nella quale il divario sia sceso sotto i 5,8 punti percentuali. Tra queste ci sono la Spagna, la Grecia, la Romania, l’Ungheria, la Polonia e anche l’Italia. Secondo i dati raccolti e pubblicati da Eurostat, aggiornati al 2022, il nostro paese oscilla tra gli 8,2 punti percentuali di differenza, ovviamente in favore dell’occupazione maschile, registrati in Valle d’Aosta, ai 30,7 della Puglia. Qui il 68,9% degli uomini tra i 20 e i 64 anni ha un lavoro, contro il 38,2% delle donne.

Andando oltre il manicheismo di chi ha raggiunto o meno gli obiettivi europei, ecco una mappa che mostra la distanza, sempre espressa in punti percentuali, tra l’occupazione maschile e quella femminile nelle regioni europee:

Il colore tende al rosso, ed il numero corrispondente è negativo, in quelle regioni in cui l’occupazione femminile è più bassa di quella maschile. Tenderebbe al nero in caso contrario: il verbo è al condizionale perché sono solo tre in tutta Europa le regioni nelle quali il tasso di occupazione femminile è maggiore o uguale a quello maschile.

Si tratta innanzitutto del Sostines regionas, ovvero la regione della capitale Vilnius, in Lituania, dove nel 2022 l’85% delle donne tra i 20 e i 64 anni aveva un lavoro, contro l’83,8% degli uomini. Seguono due regioni finlandesi: si tratta di Etelä-Suomi, la Finlandia del Sud, dove lo scorso erano occupate il 77,6% delle donne ed il 77,4% degli uomini, e di Pohjois- ja Itä-Suomi, ovvero la Finlandia del Nord e dell’Est, dove sia uomini che donne sono occupati al 75,1%.

Per il resto, in tutta Europa l’occupazione maschile è maggiore di quella femminile, con la distanza più significativa, pari a 31,4 punti percentuali, che si registra nella regione greca Sterea Ellada, ovvero la Grecia centrale. Subito prima, però, ci sono tre regioni italiane: oltre alla già citata Puglia, si tratta di Basilicata e Campania, dove la distanza tra l’occupazione maschile e quella femminile è pari, in entrambi i casi a 28,7 punti percentuali.