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politica

Demografia, la percezione degli stranieri in Italia e i numeri veri

Se 260mila stranieri sono arrivati in Italia nel 2016, 110mila italiani hanno deciso di trasferirsi all’estero. Questi sono i numeri più significativi delle dinamiche migratorie della popolazione residente che, rispetto all’anno precedente, è calata complessivamente di 76mila unità, cifra che tiene conto della bassa natalità (-12mila bebé dal 2015).
Il risultato finale? Gli abitanti del Bel Paese, alla fine dell’anno scorso, erano 60 milioni e 500mila.

Ma qual è la vostra percezione della presenza straniera nelle città?Per valutare se sia corretta o meno, abbiamo predisposto questo gioco: occorre scegliere il Comune dove abitate, la stima della percentuale di popolazione non italiana residente e infine cliccare sulla scritta: nel riquadro sottostante appariranno i risultati e vi diranno se avete la giusta dell’incidenza di stranieri nella vostra città, e di quanto si discosta dal dato reale. Per riprovare con un altro comune è sufficiente cliccare nuovamente sulla scritta per cancellare i risultati e procedere nuovamente.

L’incidenza della popolazione straniera sul totale è generalmente superiore al centro-nord. Sono le province lombarde e quelle emiliane che vedono il maggior numero di presenze. A livello comunale le differenze sono molto ampie: nel piccolo centro di Rocca De’ Giorgi, in provincia di Pavia, gli stranieri sono oltre un terzo degli abitanti (ma in questo caso va detto che in tutto vi sono solo 87 residenti) e in tredici comuni più di uno su quattro è straniero. In quasi la metà dei comuni, tuttavia, non si arriva al cinque per cento.

Nei comuni oltre i 100mila abitanti Milano, Brescia e Prato guidano la classifica con oltre il 18% di presenze straniere.
Fonte dati: Istat
Ultimi commenti
  • Tere |

    Oltre a condividere, evidenzio che i ben pesanti, bene farebbero a prendere come esempio le leggi dei paesi di provenienza degli stranieri e ad applicare, secondo il principio di reciprocità, le stesse regole. Inoltre, se proprio volessero fare di più, potrebbero beninteso ma a titolo personale, non avrebbero che da dare il buon esempio facendo vedere in concreto il loro impegno diretto, magari rinunciando alla scorta, ed alle chiacchiere sempre e solo a spese degli altri.

  • anna maria |

    l’integrazione non è certo un successo in altri paesi europei che hanno conosciuto il problema immograzione molto prima di noi e che sono certamente meglio attrezzati, perché dovrebbe riuscire in Italia e soprattutto nei confronti di coloro che sono di religione islamica? Non bisogna infatti dimenticare che per questi ultimi le leggi dello stato non sono affatto prioritarie rispetto a quelle del loro credo e che in ogni caso considerano l’occidente colpevole dei loro problemi. Non voler vedere tutto cio’ è folle! La cosiddetta politica dell’accoglienza senza regole porta alla deriva xenofoba.

  • anna maria |

    condivido la posizione di rosalino sacchi

  • anna maria |

    sfortunatamente oltre agli stranieri (immigrati) residenti, cioè regolarmente iscritti all’anagrafe, vi è una moltitudine di illegali che non rientrano in nessuna statistica e che rendono la vita quotidiana veramente difficile e pericolosa (oltre alla criminalità autoctona, vi è questa ulteriore forma di criminalità che non si contrasta come si dovrebbe). Fino a quando gli italiani potranno sopportare questa pressione?

  • pietro |

    cmq sono tantissimi forse anche xchè agglomerati nella zona centrale stazione quindi con una percezione notevole rispetto alla realtà grazie

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