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economia

I conti delle imprese: la mappa del valore aggiunto

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Il 2015 visto con gli occhi delle imprese italiane che hanno i bilanci in utile può essere considerato un anno buono, con una bella iniezione di fiducia e di ricavi dopo la lunga crisi. Lo confermano due dati: l’aumento del valore aggiunto (+10% rispetto al 2014) e l’incremento del fatturato, che ha segnato un +9,9 per cento. In un Paese, come quello fotografato ancora venerdì dall’Istat con la crescita zero del Pil nel secondo trimestre, non mancano certo le aziende capaci di creare ricchezza.
La crescita a due cifre del valore aggiunto emerge dall’elaborazione condotta da InfoCamere su un campione di quasi 369mila bilanci 2015 depositati in forma elettronica. Sono state incluse le società che l’anno scorso hanno avuto un utile d’esercizio ed escluse le società quotate, quelle del settore finanziario e i soggetti non obbligati al deposito del bilancio in formato elettronico.
Il valore aggiunto prodotto dal campione considerato ha quasi sfiorato i 252 miliardi, mentre il fatturato ha raggiunto i 1.105,5 miliardi. Dalla lettura dei bilanci, su un campione più ampio, emerge un altro elemento positivo: la leggera riduzione, al 33,6% dal 36,1% del 2014, dello stock delle aziende che hanno chiuso i conti in perdita.

Articolo pubblicato sul Sole 24 Ore del 5 settembre 2016 a pagina 7

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