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economia

Sindrome cinese sull’export italiano: a settembre -2,2% di vendite extra-Ue

«Ieri ero lì, in effetti i grossi contratti sono diventati rari, si percepisce una minore disponibilità ad investire». L’esperienza in Cina di Giuseppe Lesce, presidente di Ucima e direttore generale closures di Sacmi, uno dei colossi del packaging nazionale, non è purtroppo isolata. I numeri dell’export tricolore, in calo annuo del 2,2% a settembre (ma in crescita di oltre cinque punti su base mensile destagionalizzata, grazie in particolare ai beni strumentali), raccontano una frenata quasi corale dei Bric’s, con l’ennesimo calo a doppia cifra della Russia, la discesa del Brasile, la frenata di quasi cinque punti della Turchia. Debolezze a cui si aggiunge il brusco calo della Cina, giù nel mese del 9,2% (così come ad agosto), concretizzando in minori acquisti di made in Italy il rallentamento in atto a Pechino.

A settembre l’export italiano verso i Paesi extra-Ue è calato del 2,2%, soprattutto a causa del rallentamento delle vendite in Cina (-9,2%), Africa settentrionale (-24,5%) e Russia (-24,8%). Il dato annuale sull’export fuori dall’Unione Europea è comunque positivo (+4,7%) principalmnte grazie al mercato Usa, in grado di crescere di 18,2 punti percentuali a settembre e del 24,5% rispetto al 2014.

Tratto da IL Sole 24 ORE del 23/10/2015, pagina 17