Indica un intervallo di date:
  • Dal Al
finanza

Ecco quanto hanno bruciato le Borse asiatiche da inizio anno (e in quali settori)

E’ passata una settimana dal terremoto borsistico, con epicentro finanziario a Shanghai. Oggi la giostra riparte e si attendono nuovi sviluppi, in attesa delle mosse della Fed, dopo che il contagio si è diffuso in tutte le principali piazze asiatiche, dalla Malesia all’Indonesia, passando per la Corea del Sud e il Giappone. Così mentre le turbolenze finanziarie sono sotto gli occhi di tutto il mondo, in pochi sanno però cosa c’è dentro il listino di Shanghai: dall’identikit per settore delle società quotate nei mercati asiatici, si scopre che un terzo della capitalizzazione cinese è rappresentata da banche, assicurazioni e società finanziarie, il comparto che ha sofferto di più (-27% la performance di Borsa) da inizio anno.

La borsa asiatica più importante è quella giapponese, che stando all’elaborazione dei dati relativi agli indici Datastream Market capitalizza oltre 4.400 miliardi di dollari e può contare su oltre 998 società (tra quelle a maggiore capitalizzazione). A Tokyo il settore più rappresentato in Borsa è quello dei beni di consumo (basta pensare che, da sole, Toyota e Mitsubishi coprono il 6,5% del listino) che ha retto l’urto della crisi realizzando un +3,5% da inizio anno. Più colpito il settore petrolifero e quello dei materiali di base.

A Hong Kong hanno sofferto in particolare le società di beni di consumo; l’indice di gas e petrolio ha bruciato terreno in quasi tutte le piazze finanziarie asiatiche, a Seoul – dove da sola Samsung copre il 17% della capitalizzazione – registrano un segno negativo da inizio anno anche la tecnologia e i beni di consumo.