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politica

Immigrati e reati, la correlazione che c’è. E che non c’è

Più immigrati uguale più reati. Qualunque politico che faccia un affermazione del genere, o che al contrario la neghi risolutamente, sta, per dirlo in maniera educata, effettuando un’ardita semplificazione. Sì, perché non c’è alcuna correlazione tra i due fenomeni. O meglio, ce ne sono diverse e contraddittorie tra di loro. Dipende dal reato e dalla zona del Paese.

 

Con una brutale semplificazione, che certamente farà inorridire sociologi e statistici, Infodata ha provato a mettere in relazione le denunce (omicidi, furti, rapine ed estorsioni) e la percentuale degli stranieri sul totale della popolazione. In entrambi i casi, i dati sono espressi su base provinciale. I numeri relativi ai reati segnalati alle forze dell’ordine arrivano dal Viminale. Beninteso: se un reato non è stato denunciato, non è presente nel conteggio totale. E, prevenendo una obiezione comune da parte dei lettori quando si parla di questi temi, si tiene conto anche dei reati commessi dai clandestini: una denuncia è una denuncia, a prescindere dalla nazionalità di chi ne è oggetto. O di chi l’ha presentata. In particolare, Infodata ha calcolato il tasso ogni 10mila abitanti per quanto riguarda il 2014 ed il 2017 ed ha poi rappresentato la differenza tra i due valori. Un modo, questo, per mostrare l’aumento o la riduzione delle denunce relative ad uno specifico reato. Il passo successivo è stato quello di estrarre dalla banca dati dell’Istat i dati relativi alla popolazione straniera residente nel 2014 e nel 2017 (nello specifico al 1 gennaio 2015 e alla stessa data del 2018) e di calcolarne la percentuale rispetto al totale dei residenti.

 

Vale anche qui la pena di prevenire una frequente obiezione dei lettori: nel computo non rientrano i clandestini. Semplicemente perché non esiste un censimenti di coloro che sono presenti illegalmente sul suolo italiano. Tornando alla procedura, anche in questo caso si è effettuata una differenza, espressa come variazione di punti percentuali. I due valori sono stati poi riportati su questa mappa:

 

 

I colori caldi esprimono un aumento delle denunce, quelli freddi una loro riduzione. Il filtro in alto a sinistra permette di selezionare tra i reati selezionati da Infodata quello a cui si è più interessati. La legenda in basso a sinistra aiuta invece a leggere la mappa.

 

Ora, tornando alla frase iniziale, un politico che affermi che l’aumento degli immigrati comporti un aumento dei reati ha ragione (la correlazione non implica la causa, ci si perdoni l’estrema semplificazione) nei territori dipinti con i colori più scuri. Quelli cioè nei quali esiste una correlazione diretta: all’aumentare degli stranieri corrisponde una crescita delle denunce. Ma, anche, ad una riduzione dei primi si accompagna una riduzione delle seconde. Una piccola digressione: interessante notare che la Lega, che si batte perché ci siano meno immigrati e meno reati, abbia vinto anche in quei territori dove già si registrano meno immigrati e meno reati. Un discorso che vale per molti dei crimini presi in considerazione.

 

Il politico che, al contrario, neghi una relazione tra immigrazione e criminalità, ha ragione (anche qui, ci scusino gli statistici) nei territori dipinti con colori chiari. Zone cioè nelle quali all’aumento degli stranieri ha corrisposto una riduzione dei reati denunciati o viceversa. Ora, nel tentativo di aiutare il lettore nel capire se siano di più le province che danno ragione all’ipotetico primo politico o al secondo, Infodata ha realizzato anche una scatter plot.

 

 

I colori hanno il medesimo significato di quelli visualizzati sulla mappa. E il filtro in alto a sinistra serve allo stesso scopo.

 

Come si può osservare, la distribuzione tra punti di colore scuro, che indicano una correlazione diretta, e punti chiari, che rappresentano una correlazione negativa, è abbastanza uniforme. Segno del fatto che l’aumento o la riduzione della criminalità non si può misurare solamente guardando all’andamento della popolazione straniera residente. Composta peraltro, come quella italiana, di persone oneste e disoneste. E che probabilmente legare i due fenomeni, in un senso o nell’altro, non è che un’ardita semplificazione.