Un nuovo studio pubblicato su Science riscrive la storia del livello medio globale del mare (GMSL), offrendo un quadro dettagliato delle fluttuazioni oceaniche negli ultimi 4,5 milioni di anni. La ricerca non solo conferma l’esistenza di un oceano significativamente più alto in un passato relativamente recente, ma fornisce anche nuovi indizi sui meccanismi che hanno guidato le grandi glaciazioni della Terra.
Comprendere il GMSL del passato è cruciale per calibrare i modelli climatici attuali e stimare la sensibilità delle calotte glaciali (come Groenlandia e Antartide) al riscaldamento.
Fino ad oggi, i geologi marini hanno utilizzato i registri dell’isotopo dell’ossigeno contenuti nei gusci microscopici dei foraminiferi bentonici. La quantità di isotopo dell’ossigeno misurata in questi sedimenti è influenzata da due fattori: la temperatura dell’acqua e il volume di ghiaccio globale.
Il team di ricerca ha introdotto un affinamento metodologico fondamentale: ha sviluppato una nuova ricostruzione in grado di isolare e correggere l’influenza della temperatura sulle calotte glaciali stesse.
Cosa dice lo studio?
I risultati più sorprendenti riguardano l’epoca del Pliocene (tra 4,5 e 3 milioni di anni fa). Questo periodo è noto per essere stato l’ultima era geologica in cui le concentrazioni atmosferica di CO2 erano paragonabili a quelle attuali.
Lo studio dimostra che, in quel periodo, i livelli massimi del mare (i cosiddetti highstands interglaciali) si attestavano fino a 20 metri più in alto rispetto al livello odierno. Questo dato suggerisce una sensibilità estrema delle calotte glaciali all’aumento delle temperature. Un GMSL così elevato implicherebbe la completa fusione delle calotte glaciali attuali, inclusa gran parte dell’Antartide.
In questo intervallo, si riscontrano anche le prime fluttuazioni sotto il livello attuale, che marcano l’inizio della Glaciazione dell’Emisfero Settentrionale (NH), avvenuta circa 4 milioni di anni fa.
L’analisi prosegue tracciando l’intensificazione della glaciazione dell’NH tra 3 e 2,5 milioni di anni fa. In questa fase, i livelli minimi del mare (lowstands) raggiunsero profondità impressionanti, paragonabili o addirittura inferiori al minimo registrato durante l’Ultimo Massimo Glaciale (LGM), circa 21.000 anni fa. Ciò significa che le calotte glaciali primordiali erano già in grado di immobilizzare enormi quantità d’acqua, tanto quanto i giganteschi ghiacciai pleistocenici.
Dal 2,5 Ma in poi, i livelli massimi del mare si sono stabilizzati entro i $\pm 10$ metri dal GMSL moderno, indicando che i cicli glaciali del Pleistocene erano ormai pienamente instaurati.
Cosa dimostra lo studio?
Lo studio dimostra che il nostro pianeta ha risposto in modo drammatico a livelli di CO2 simili agli attuali, con un innalzamento del mare di decine di metri. Offre così una base empirica rigorosa per comprendere la potenziale instabilità a lungo termine delle calotte glaciali nell’attuale era di riscaldamento antropogenico.