Il tempo a disposizione per limitare il riscaldamento globale entro la soglia critica di 1.5 gradi Celsius si sta esaurendo rapidamente. Se le emissioni attuali dovessero persistere, l’umanità avrà esaurito il proprio intero budget di carbonio residuo in soli due anni. Il report di Oxfam, “Climate Plunder,” punta il dito contro il fattore che accelera in modo sproporzionato questa catastrofe: l’estrema disuguaglianza economica.
Il divario nelle emissioni pro capite
L’analisi, che si estende fino al 2023, quantifica la responsabilità delle élite globali. I dati sulle emissioni pro capite basate sui consumi mostrano un divario sbalorditivo: Una persona appartenente allo 0.1% più ricco del mondo emette in media 298 tonnellate di CO2 all’anno per persona. Al contrario, una persona nel 50% più povero dell’umanità emette in media solo 0.8 tonnellate di CO2 all’anno. Questa sproporzione è così estrema che una persona dello 0.1% più ricco emette più in un giorno che una persona nel 50% più povero in un anno intero.
Se l’intera popolazione mondiale adottasse il tenore di emissioni pro capite dell’1% più ricco, l’intero budget di carbonio compatibile con 1.5 gradi Celsius verrebbe consumato in meno di tre mesi.
La responsabilità storica
Dal 1990 al 2023, l’uso cumulativo del budget di carbonio traccia una netta linea di colpa: Il 10% più ricco è responsabile del 52% delle emissioni cumulative.cIl solo 1% più ricco da solo ha esaurito il 15% del budget di carbonio in questo periodo.cNello stesso arco di tempo, la quota di emissioni del 50% più povero è diminuita del 3%.cPer allinearsi all’obiettivo climatico di 1.5 gradi Celsius entro il 2030, lo 0.1% e l’1% più ricchi dovrebbero tagliare le proprie emissioni pro capite rispettivamente del 99% e del 97%.
Il problema non è solo legato ai consumi individuali di lusso, ma al controllo che questa élite esercita sull’economia globale. Le emissioni da investimenti (Scope 1 e 2) di 308 miliardari ammontavano a 586 milioni di tonnellate di CO2e nel 2024.Se fossero considerati un paese, questi 308 miliardari si classificherebbero come la quindicesima nazione più inquinante, superando il Sudafrica. Quasi il 60% dei loro investimenti è diretto a “settori ad alto impatto climatico”, come le aziende di petrolio e gas.
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