Indica un intervallo di date:
  • Dal Al
scienze

La frode scientifica sembra essere un sistema strutturato. Un’indagine svela come funziona

Negli ultimi anni, numerose indagini scientifiche e giornalistiche hanno acceso i riflettori su un fenomeno in crescita: la frode scientifica sistematica. Se un tempo le preoccupazioni riguardavano soprattutto i comportamenti isolati di singoli ricercatori disonesti, oggi emerge un quadro ben più organizzato e capillare.
Le chiamano paper mills, ossia “cartiere” scientifiche che non si limitano a fabbricare articoli falsi per poi rivenderli a ricercatori in cerca di pubblicazioni facili, ma agiscono spesso in collaborazione con agenzie che piazzano i lavori su riviste compiacenti, o direttamente come broker che controllano almeno parte del processo decisionale editoriale.
Attraverso l’analisi di casi concreti, i ricercatori hanno individuato reti di individui che hanno lavorato insieme per pubblicare articoli poi ritrattati, intermediari specializzati in grado di assicurare la pubblicazione su specifiche riviste e settori disciplinari più colpiti di altri all’interno della stessa area scientifica.

Evidence of coordination between editors and authors for the publication of fraudulent science in PLOS ONE. (A) Number of articles published annually in PLOS ONE since its inception (Top row) and the annual number of articles retracted (second row), receiving PubPeer comments (third row), or having been accepted 30 or fewer days after submission (Bottom row). (B) Number of “active” editors and their tenures at PLOS ONE (Materials and Methods). Flagged editors tended to have overlapping tenures. (C) Detection of editors accepting an anomalous number of articles which were later retracted (second row), later commented in PubPeer (third row), or accepted after a short turnaround (Bottom row). We show each editor as a circle with an area proportional to the number of articles they accepted. At a false discovery rate (FDR) of 0.05, we identify 22 editors who accepted an anomalous number of articles later retracted, 33 editors who accepted an anomalous number of articles later receiving PubPeer comments, and 88 editors who accepted an anomalous number of articles after a short turnaround. (D) Detection of authors whose accepted articles are assigned at an anomalous rate to flagged editors for retractions (second row), PubPeer comments (third row), and short turnaround (Bottom row). At an FDR of 0.05, we flagged 21 authors for anomalous assignment of their accepted articles to editors flagged for retractions, 18 authors for anomalous assignment of their accepted articles to editors flagged for PubPeer comments, and 7 authors for anomalous assignment of their accepted articles to editors flagged for short turnaround. (E) Publication interactions among individuals flagged for retractions and/or PubPeer comments. We show every individual as a circle whose size is proportional to the number of accepted articles that they handled as editor (range of 1 to 852 articles). The black wedge inside the circle indicates the fraction of that editor’s accepted articles which were later retracted. Individuals flagged for retractions alone have a red boundary, individuals flagged for PubPeer comments alone have a blue boundary, and individuals flagged for both have a purple boundary. The individuals are connected by arrows that point from author to editor, with the width of each arrow proportional to the total number of articles for which that editor served for that author (range of 1 to 10 articles). Flagged individuals frequently handled each other’s submissions to PLOS ONE, especially within a group of editors serving from 2020 to 2023 (cluster on the Lower Right).

Secondo lo studio, queste organizzazioni sono in grado di orchestrare la pubblicazione simultanea di lotti di articoli fraudolenti all’interno della stessa rivista, ricorrendo a banche di immagini riutilizzate in modo scollegato dal testo e scegliendo argomenti che, non di rado, non hanno alcun legame con la disciplina della testata. In questo meccanismo, un ruolo determinante è svolto da accademici che ricoprono il ruolo di editor, veri e propri guardiani della peer review, la cui complicità o negligenza può aprire la strada alla diffusione di ricerche false.
È quello che emerge da una ricerca pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) e da una seconda analisi indipendente condotta da Nature. Gli autori hanno iniziato la loro analisi individuando i redattori corrotti. Hanno concentrato la loro indagine su PLOS ONE, perché la rivista consente un facile accesso a metadati di massa e pubblica i nomi dei redattori che hanno gestito le migliaia di articoli che pubblica ogni anno, rendendo possibile rilevare anomalie senza informazioni riservate. I ricercatori hanno identificato tutti gli articoli della rivista che erano stati ritirati o avevano ricevuto commenti su PubPeer, un sito web che consente ai ricercatori di criticare i lavori pubblicati, e poi hanno identificato i redattori di ciascun articolo. Retraction Watch negli stessi giorni riporta che anche l’editore Frontiers aveva iniziato a ritrattare 122 articoli dopo aver scoperto una rete di redattori e autori “che conducevano revisioni paritarie con conflitti di interesse non dichiarati”.

Un terzo degli articoli ritirati era stato approvato da pochi editor. Sempre gli stessi

Dal 2006 al 2023, PLoS ONE ha pubblicato oltre 276 mila articoli gestiti da più di 18 mila editor. Eppure, 45 di loro – appena l’1,3% del totale – risultano aver gestito lavori che, in seguito, sono stati ritrattati in misura sproporzionata: oltre il 30% delle 702 ritrattazioni pubblicate dalla rivista fino all’inizio del 2024. Di questi 45 editor, 25 erano anche autori di articoli su PLoS ONE poi ritirati. La concentrazione di casi sospetti è tale che un piccolo gruppo di editor è responsabile dell’accettazione di circa il 15% degli articoli successivamente ritrattati. I dati raccolti mostrano anche che esiste un nucleo ristretto di autori che sembra aver indirizzato sistematicamente i propri manoscritti verso questo gruppo di editor “ad alto tasso di ritrattazione”. Incrociando i dati, emergono 21 autori che avrebbero scelto in modo sistematico proprio questo gruppo di editor, creando così una rete coordinata capace di far passare grandi quantità di articoli di dubbia qualità.
Gli autori – ricercatori statunitensi e australiani – ritengono che dietro a queste operazioni ci sia una regia unica e strutturata; un’ipotesi che, se confermata, renderebbe la questione non un problema isolato ma un fenomeno organizzato su scala globale.

Nell’articolo di PNAS non non si fanno i nomi di questi editor, mentre Nature ha deciso di farlo.

Come funziona la rete

Il team di PNAS ha indagato sul funzionamento dell’Academic Research and Development Association (ARDA), con sede a Chennai, in India, che offre servizi tra cui la “scrittura di tesi/articoli” e la “pubblicazione su riviste” in un elenco di decine di riviste. In una pagina web che elenca le “riviste ad alto impatto” offerte, l’ARDA afferma di collaborare con le riviste per conto dei ricercatori e di garantire che vengano pubblicati con successo sulla rivista High Impact Indexing Database di loro scelta.

Nel corso degli anni, l’elenco delle riviste dell’ARDA si è evoluto,  con nuove pubblicazioni aggiunte e altre rimosse dopo essere state cancellate dai database bibliometrici a causa di comportamenti sospetti. Le riviste pubblicano spesso articoli palesemente “problematici”, spiega Science, e l’ARDA chiede tra i 250 e i 500 dollari per la pubblicazione, in base ai preventivi offerti agli autori dell’articolo su PNAS. L’ARDA, sollecitata da Science, pare non aver risposto a una richiesta di commento.

Secondo gli autori, questo sistema prospera sfruttando la velocità di comunicazione garantita da internet e le dinamiche dell’editoria open access, che in alcuni casi abbassano le barriere di controllo qualitativo. La capacità di eludere gli interventi e aggirare i controlli consente al numero di pubblicazioni fraudolente di crescere a un ritmo nettamente superiore a quello della produzione scientifica legittima, ponendo una minaccia concreta alla credibilità della letteratura scientifica internazionale.

La posizione di PLOS

Renee Hoch, responsabile dell’etica delle pubblicazioni presso PLOS, ha dichiarato che la casa editrice è da tempo a conoscenza di questi problemi e che le persone coinvolte sono state rimosse dai comitati editoriali. Hoch ha negato che PLoS ONE consenta sistematicamente agli autori di scegliere l’editor a cui assegnare i loro lavori, spiegando che la procedura avviene principalmente tramite un algoritmo di abbinamento per competenza, con eventuali richieste specifiche sottoposte a un controllo accurato per evitare conflitti di interesse.

Un buon segno, dopotutto

Tutto questo è scoraggiante, ma allo stesso tempo dimostra che oggi esistono strumenti per individuare e contrastare su larga scala le cattive pratiche nell’editoria scientifica. Resta però il nodo di fondo: distinguere tra comportamenti deliberati e negligenza, e soprattutto impedire che la peer review, pilastro della pubblicazione scientifica, diventi il punto di ingresso per la pseudoscienza camuffata da ricerca.

Per approfondire. 

 

L’Ai per trovare gli errori della scienza. A che punto siamo

Perplexity AI è una piccola rivoluzione nella ricerca delle informazioni

OpenAi ha deciso di allargare l’accesso a Deep Research, la sua nuova funzione di ricerca approfondita

Che fine ha fatto SearchGpt, il motore di ricerca di OpenAi?

Google vs OpenAi: la ricerca approfondita di Deep Research è qualcosa di nuovo

Dalle notizie di attualità ai consigli per le vacanze. SearchGpt batte i motori di ricerca? #BuoneFeste