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tecnologia

Il fabbisogno energetico si può calcolare con i dati meteo?

 

I dati meteo climatici “a un minuto” per calcolare il fabbisogno energetico di edifici e impianti rinnovabili. A mettere a punto il sistema che permette di calcolare in modo  sempre più preciso quanta energia serve al patrimonio edilizio oltre che le prestazioni degli impianti rinnovabili sono i ricercatori dell’Enea. Gli esperti,   attraverso l’elaborazione di dati relativi a temperatura, umidità e radiazione solare, riescono, per la prima volta a eseguire questo calcolo con un dettaglio temporale fino a un minuto.

Funzioni di autocorrelazione LAG (15 min) e LAG (30 min) per la temperatura dell’aria.

«La disponibilità di dati meteo-climatici a elevata risoluzione temporale è essenziale nelle valutazioni del consumi energetici degli edifici perché l’energia necessaria per la climatizzazione estiva e invernale dipende fortemente dal contesto climatico – sottolinea Giampaolo Caputo, ricercatore dell’Enea che insieme ai colleghi Irena Balog, Domenico Iatauro e Paolo Signoretti ha realizzato lo studio -. Grazie al lavoro sinergico di esperti di fonti rinnovabili ed efficienza energetica siamo stati in grado di effettuare il downscaling temporale fino a un minuto di un tipico anno meteorologico per le principali variabili climatiche considerate nel bilancio energetico di un edificio e, in particolare, per la radiazione solare che dipende fortemente dalle condizioni del cielo (sereno o no) e nei giorni nuvolosi può passare da valori elevati a valori molto bassi in frazioni di minuto».

Il modello di downscaling per alcuni anni specifici, come sottolineano i ricercatori,  è stato convalidato con misurazioni al suolo acquisite al Centro Ricerche Enea di Casaccia «e inserito nell’Atlante italiano della radiazione solare Solaritaly» sviluppato e gestito dall’agenzia nazionale di ricerca.

Proprio le “variabili climatiche” sono importanti e necessarie per base per determinare le dimensioni degli impianti rinnovabili da installare e per calcolare le prestazioni energetiche degli edifici. «In tale contesto – conclude il ricercatore – diventa sempre più opportuno ampliare su base sub-oraria i dati climatici attualmente disponibili e, allo stesso tempo, riconsiderare gli anni-tipo delle grandezze climatiche per il territorio nazionale». Non è tutto perché, come sottolineano poi i ricercatori, «i dati climatici a ridotta scala temporale potrebbero essere implementati anche per progettare sistemi di controllo degli impianti di climatizzazione più evoluti, ottimizzando l’uso dei sistemi di accumulo e delle fonti rinnovabili disponibili». Attualmente esistono estese banche dati di serie storiche pluriennali di misure orarie per quasi tutte le grandezze meteorologiche e per numerose località italiane, ma è pressoché nulla la disponibilità di misure analoghe a frequenza sub-oraria

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