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cronaca

Un italiano su tre è convinto che nei prossimi tre anni acquisterà un’auto elettrica. Il sondaggio di Toluna

 

La crisi energetica globale preoccupa gli italiani, ma soprattutto le italiane: è quanto emerge da una survey di Toluna, digital market research agency, realizzata in esclusiva per Info Data. Secondo il campione rappresentativo della popolazione adulta intervistato nel mese di luglio 2023, il 71% delle nostre connazionali giudica con un punteggio di 4 o 5 (in una scala da 1 a 5, dove il valore massimo corrisponde a “estremamente preoccupato/a”) l’attuale situazione energetica. Leggermente – e relativamente – più tranquilli sono gli uomini, la cui percentuale scende al 60%.

Nel confronto generazionale sono le persone di mezza età, tra i 45 e i 54 anni, quelle a presentare valori maggiori mentre geograficamente al Centro/Sud vi è molta più preoccupazione rispetto, ad esempio, al Nord-Ovest, con una differenza di ben 8 punti percentuali nei due punteggi maggiori.

Le soluzioni messe in campo per mitigarne l’impatto? Sono perlopiù di facile attuazione – almeno nelle intenzioni: spegnere le luci, utilizzare lampadine a led, preferire lavaggi a basso consumo. Ma ben un quarto degli italiani afferma che ha provveduto o sta valutando l’autoproduzione energetica attraverso impianti fotovoltaici e, nella stessa percentuale, quella di preferire consumi da fornitori che offrono energia da fonti rinnovabili.

Un italiano su tre è convinto che nei prossimi tre anni acquisterà un’auto elettrica: più uomini (39%) che donne (28%). E i motivi, almeno stando alle risposte, risiedono nel costo (ancora troppo elevato), una autonomia non soddisfacente e tempi di ricarica lunghi. Non sembra un problema per molti invece l’affidabilità e la tecnologia, così come si ha una diffusa percezione che effettivamente i costi di esercizio siano più bassi rispetto ad una vettura con motore termico.

Parlando invece del mercato libero dell’energia, il tema è ben presente e la maggior parte degli italiani ne ha sentito parlare, anche se tre italiani su quattro vorrebbero avere maggiori informazioni. Il 44% dichiara invece che non saprebbe scegliere a quale operatore affidarsi ma comunque, per il 55% di loro, la liberalizzazione del settore è stata comunque una iniziativa complessivamente positiva per la tutela dei consumatori.

Il quadro che complessivamente emerge dai dati mostra gli italiani preoccupati, bisognosi di informazioni ma ancora incerti sulle scelte da compiere. E su alcune tematiche legate all’energia – come le fonti rinnovabili – non sono ancora pienamente a conoscenza di quali possono essere veramente definite come tali.

Dopo che luglio di quest’anno è stato il mese più caldo mai registrato dall’uomo sulla Terra, forse vi sarà un ulteriore incremento nel livello di consapevolezza del rapporto tra scelte di consumo energetiche e sostenibilità ambientale e che l’inazione comporta dei rischi – e dei costi emergenti – insostenibili per le famiglie. Non solo nel lungo periodo, ma anche nel breve. E le scelte di consumo sulle materie energetiche, specialmente dopo che l’inflazione ha eroso il potere d’acquisto degli italiani, scalano dunque rapidamente la lista delle cose importanti di cui preoccuparsi.

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