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Cosa ci dicono sulla materia oscura e sull’Universo le prime immagini di Euclid

Il telecopio europeo Euclid ha inviato le prime immagini ottenute da due strumenti: VIS (VISible Instrument) e NISP (Near Infrared Spectrometer Photometer) entrambi ancora in fase di calibrazione e con un forte contributo italiano, realizzati in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN).

Partito da Cape Canaveral il 1 luglio 2023 con un razzo di Space X il telescopio spaziale dell’Esa  ha come missione quella di scoprire i segreti dell’universo oscuro, fatto di una forma della materia e dell’energia che insieme occupano il 95% del cosmo e la cui natura è ancora del tutto sconosciuta. Il 28 luglio ha raggiunto il suo punto di osservazione definitivo, a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, nel punto di equilibrio Lagrange 2, o L2, dove le influenze di Sole, Luna e Terra vengono annullate. E’ da lì che, al termine di questa fase di test di circa due mesi, Euclid comincerà a scalfire i segreti dell’universo oscuro

Questa prima immagine del Vis mostra galassie a spirale ed ellittiche, stelle vicine e lontane, ammassi stellari e molto altro. Ma l’area di cielo che copre è in realtà solo un quarto della larghezza e dell’altezza della Luna piena. Il telescopio di Euclide ha raccolto la luce per 566 secondi per consentire al VIS di creare questa immagine.

 

Questa immagine è stata scattata durante la messa in servizio di Euclid per verificare che lo strumento VIS funzionasse come previsto.

Qui l’immagine mostra l’intero campo visivo del Vis.

L’immagine a sinistra mostra l’intero campo visivo del VIS, con l’ingrandimento a destra (che mostra un rilevatore suddiviso in quattro quadranti) a dimostrazione dello straordinario livello di dettaglio che il VIS sta già raggiungendo

Nonostante sembri sconfinata, la porzione di cielo sulla quale si è esercitato il telescopio Euclid corrisponde a un’area pari ad appena un quarto della Luna piena.

uesta immagine mostra solo una piccola parte dell’enorme campo visivo del NISP

Questa immagine è stata catturata con lo strumento NISP (Near-Infrared Spectrometer and Photometer) di Euclid dedicato alla misurazione della quantità di luce emessa dalle galassie a ciascuna lunghezza d’onda. Vuole dire che è in grado di riprendere il cielo in luce infrarossa (900–2000 nm) per misurare la luminosità e l’intensità della luce. Questa immagine è stata scattata durante la messa in servizio di Euclid per verificare che lo strumento focalizzato funzionasse come previsto. Si tratta di una ‘immagine grezza scattata utilizzando il filtro “Y” di NISP .  L’area di cielo che copre è in realtà solo circa un quarto della larghezza e dell’altezza della Luna piena. Il telescopio di Euclid ha raccolto la luce per 100 secondi per consentire al NISP di creare questa immagine. Durante il funzionamento nominale, si prevede che catturerà la luce per circa cinque volte più a lungo, svelando molte più galassie distanti. Prima che raggiunga il rilevatore, NISP invia la luce in entrata attraverso un filtro fotometrico o un grism spettrometrico. In questa immagine, la luce del telescopio di Euclide è passata attraverso il filtro fotometrico.

 

Cosa ci dicono queste prime immagini?

Principalmente che lo strumento lanciato funziona ed è pronto a eseguire la sua missione. Tutto sta funzionando come previsto a bordo del telescopio spaziale. Il livello di dettaglio raggiunto dai suoi strumenti, il VISible Instrument e il Near Infrared Spectrometer Photometer, è sufficiente ad accendere altissime aspettative da parte di astronomi e astrofisici di tutto il mondo.

Ci vorranno ancora un paio di mesi, al termine di questa fase di test di circa due mesi, Euclid comincerà a scalfire i segreti dell’universo oscuro. Una volta calibrato completamente, il telescopio osserverà miliardi di galassie per creare la più grande mappa in 3D del cielo mai vista prima.

Sono del tutto fiducioso che la squadra di questa missione avrà successo nell’utilizzare Euclid per rivelare il 95% dell’Universo, del quale attualmente conosciamo tanto poco“, ha detto il direttore generale dell’Esa Josef Aschbacher. Anche per Carol Mundell, direttrice della Scienza per l’Esa, le prime immagini sono “solo un assaggio dei dati notevoli che possiamo attenderci da Euclid“. Giuseppe Racca, project manager di Euclid per l’Esa, ha aggiunto che, “una volta calibrato completamente, Euclide osserverà miliardi di galassie per creare la più grande mappa 3D del cielo mai vista prima”, aprendo la via alla cosmologia osservativa e all’astronomia statistica, come ha detto il responsabile del Consorzio Euclid, Yannick Mellier.

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