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cronaca

Il Proustografo, la Recherche e 100 infografiche #ungraficoeunlibro

Monumentale, sconfinata, oceanica, la Recherche è annoverata tra i più alti capolavori di ogni tempo. Nicolas Ragonneau ne propone oggi una traduzione visuale costituita di circa 100 infografiche per raccontare la ragguardevole varietà di temi e tipi umani racchiusi nell’opera maggiore di Proust. Autore di un fortunatissimo blog, presto divenuto un punto di riferimento per l’esclusivo cenacolo dei proustiani e per molti innamorati della Recherche, Ragonneau ci consegna, in un raffinato compendio fatto di numeri e pregevoli immagini, la vita di Proust, la sua opera e il suo eccezionale mondo.

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Il Proustografo, pubblicato in Italia da Edizioni Clichy con la traduzione di Giuseppe Girimonti Greco ed Ezio Sinigaglia, la prefazione di Thierry Laget e le illustrazioni di Nicolas Beaujouan, ci offre pagine tipograficamente pregiatissime, ispirate sia all’Art déco sia alla geometrica essenzialità del Bauhaus. E se la Recherche parla di ogni cosa, il Proustografo parla di ogni cosa intorno alla Recherche. Ne abbiamo discusso brevemente con l’autore.

 

Com’è nata l’idea di un dispositivo misuratore, un Proustografo, appunto, da applicare a quell’autentica opera-mondo che è la Recherche?

 

Ho iniziato a usare numeri e cifre nel mio blog, Proustonomics, e nel mio primo progetto di libro che porta lo stesso titolo. Mi sembrava che le statistiche potessero rivelare informazioni ed elementi inediti sulla Recherche. Inoltre, ero ossessionato dalla questione delle vendite della Recherche e, soprattutto, dalla spinosa e ricorrente questione del numero dei suoi lettori. Ho inviato il manoscritto di Proustonomics a Dorothée Cunéo, la direttrice editoriale di Denoël. Dopo averlo letto, è stata lei a propormi di realizzare un libro basato sui dati.

 

Come rivela il suo ‘misuratore’, Proust prediligeva termini riferiti al campo semantico del vedere: Lei crede che egli avrebbe approvato la traduzione grafica della sua Recherche?

 

Tutti i sensi giocano un ruolo essenziale nel lavoro di Proust, nella sua estetica in cui le impressioni hanno maggiore importanza rispetto ai ragionamenti analitici. In particolare la vista, che attraversa tutto il racconto e ritorna ossessivamente nelle metafore, nel lessico, nell’atteggiamento del Narratore che, come un regista, ricerca sempre il miglior punto di vista per posizionare la sua cinepresa. Quindi sì, oserei immaginare che Proust stesso avrebbe apprezzato questa ‘traduzione visuale’ della sua vita e della sua opera.

 

Come Proust, siamo anche noi animali visivi. Crede che le illustrazioni del suo Proustografo riusciranno a conquistare anche i più restii, incoraggiandoli alla lettura di Proust?

 

Il Proustografo è un libro che seduce bel al di là degli ammiratori di Proust, per la sua radicalità e la sua grande estetica. Mai si era dedicato un intero libro di infografiche a uno scrittore. Credo la sua forza sia anche la sua pedagogia: in occasione degli incontri e della firma delle copie nelle librerie o altrove, le persone spesso mi cercano per ringraziarmi di ‘scongelare’ Proust, di desacralizzarlo. Bisogna credere che Proust spaventi ancora, e che coloro che ne hanno paura abbiano bisogno di ‘artefatti’ per superare i loro dubbi e i loro timori. Se riusciremo almeno in questo con questo libro, allora sarà già molto.

 

Il Proustografo

Nicolas Ragonneau

Edizioni Clichy, 192 pp., 25 Euro

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