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tecnologia

Apple, il nuovo iPhone e due paradossi sul mercato smartphone. In tre grafici e un video


Partiamo dal paradosso, che poi è un paradosso di mercato. Dopo due anni di crescita a due cifre gli smartphone sentono al crisi. Il Covid-19 non ha intaccato la domanda di telefonino. L’inflazione invece sembra di sì. L’inizio dell’anno non è partito bene. Tuttavia, a perdere non sono come ci si aspetterebbe i telefonini di prima fascia, quelli con prezzi sono i 900 euro. Bensì gli altri. I consumatori insomma vista l’incertezza hanno scelto di aspettare a cambiare il proprio smartphone low cost. Chi è più agiato invece stando ai numeri non sembra volere rinunciare al nuovo iPhone o all’ultimo device “pieghevole”. Una conferma arriva da Counterpoint Research secondo cui il segmento super-premium mostra una certa resilienza e continua a crescere dimostrando che la domanda per questi prodotti è ormai da considerare alla stregua di oggetto di lusso. Ed è guidata dai ceti sociali che evidentemente sentono meno la crisi.

Come si vede dal grafico a torta nel secondo trimestre dell’anno Apple e Samsung hanno aumentato la proprio quota di mercato in questo segmento di fascia altissima. I prezzi medi di vendita dell’iPhone sono saliti a 954 dollari nel trimestre di giugno rispetto ai  783 dollari del trimestre di settembre nel 2019, quando è stato introdotto l’iPhone 11, secondo le stime del sondaggio sui consumatori di Consumer Intelligence Research Partners.

 

 

Come mostra il grafico sopra realizzato da Statista, Apple ora ha un iPhone per (quasi) tutti i portafogli, a partire dall’iPhone SE economico da 399 dollari per arrivare al top di gamma da 1 TB 13 Pro Max da 1.599 dollari .

 

 

La dipendenza di Apple da iPhone. La domanda che si fanno molti investitori è quanto possa durare il successo di iPhone alla luce dell’incertezza sull’economia e dell’aumento dei prezzi. Come si vede nel grafico Apple resta una società iPhone-dipendente. Le vendite dello smarphone rappresentano il 49,02% delle entrate complessive dell’azienda nel terzo trimestre dell’anno fiscale 2022, la quota maggiore di tutti i prodotti Apple. Nel corso degli anni, i servizi, così come i dispositivi indossabili, i computer e  sopratutto gli accessori sui quali i margini sono altissimi hanno dato un contributo crescente alle vendite nette di Apple. Ma la dipendenza resta.

Come è quindi iPhone 14? Alcuni osservatori di cose tecnologiche l’hanno definito una evoluzione più che una rivoluzione. Ed è vero. Da quanto c’è Tim Cook cioè da 11 anni, il prodotto è migliorato anno dopo anno. Come i margini sul prodotto e i servizi connessi. Come si vede in questo grafico  in alto le  vendite sono più che triplicate  e il prezzo delle azioni della società è più che decuplicato. A crescere di più sono i servizi che  includono App Store ,  Apple Music , Apple Pay ,  Apple TV e una nuova area di grande interesse: la pubblicità. L’unica sorpresa dell’annuncio è stata che i prezzi degli iPhone non aumenteranno negli Stati Uniti o in Canada, in controtendenza rispetto alla tendenza inflazionistica vista in così tanti altri settori.

Secondo gli analisti, questo anno fiscale, che terminerà a settembre, dovrebbe vedere le vendite di iPhone rallentare al 2,5% e crescere solo dello 0,8% il prossimo anno. Nessun frenata invece sul fronte finanziario. Gli stessi analisti, scrive il Wall Street Journal, sono convinti che le entrate di iPhone aumenteranno del 6,7% a un record di 204,9 miliardi quest’anno fiscale, seguito da un aumento previsto del 2,7% nell’anno fiscale 2023. Se tutto fosse confermato, almeno per ora, saremmo di fronte a una nuova età dell’oro per Tim Cook, l’ennesima.

 

Per approfondire. 

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