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cronaca

TikTok, la #boilersummercup e gli effetti delle notizie online

Si chiama #boilersummercup la stupida tendenza diffusasi ormai una ventina di giorni fa su alcuni social network, una sfida ad approcciare ragazze sovrappeso in discoteca ottenendo dei punti in base al peso delle proprie vittime. Definite appunto boiler, ovvero scaldabagno. Ora, il fatto che quest’idiozia abbia preso piede sui social network rende il fenomeno misurabile. E grazie al lavoro di Pierluigi Vitale, docente di Information Design all’Università di Salerno, e Serena Pelosi, assegnista di ricerca all’Istituto di calcolo e reti ad alte prestazioni del Cnr, InfoData è in grado di misurarlo.

I due ricercatori si sono concentrarti su TikTok ed hanno analizzato i post che riportavano l’hashtag citato all’inizio dell’articolo, ma anche alcune varianti come #boilerchallenge, #boilercup e #summerboilercup. Oltre che, per maggior comprensione del fenomeno, anche alcune varianti con errori di battitura. In totale, hanno preso in considerazione qualcosa come 50mila contenuti, con un’audience potenziale di oltre 18 milioni di account.

Beninteso, non tutti questi contenuti sono di ragazzi che si vantano di aver partecipato a questa challenge. Molti sono infatti interventi di condanna di questa idiozia postati sia da ragazze che da ragazzi. Anzi, secondo quest’analisi, la maggioranza dei contenuti con questi hashtag sono stati pubblicati da persone identificate come donne (54,9%). Paradossalmente, sembrano essere stati i post di condanna ad aver fatto crescere la viralità di questa challenge.

Il picco di ricerche su Google Trends, segnalano Vitale e Pelosi, lo si registra infatti il 25 maggio scorso. E questi sono i sentimenti maggiormente associati ai contenuti pubblicati in quella data:

Vale quindi lo stigma rispetto agli ideatori di quest’idiozia? In realtà, il discorso è più complesso. L’analisi delle emozioni, che come tali vengono ricercate all’interno di ogni parola utilizzata, vede prevalere la condanna dell’iniziativa. Mentre il sentiment, che misura invece le emozioni che vengono espresse in maniera esplicita classificandole come positive o negative e viene espresso con valori compresi tra -3 e 3, passa da negativo a neutro.

Questo grafico mostra l’andamento dei fenomeni nel tempo. Mentre si diffondono le notizie relativi alla #boilersummercup (grafico 1), le emozioni negative prevalgono quasi subito e mostrano un’intensità maggiore di quelle positive con il passare dei giorni (grafico 2). Mentre il sentiment (grafico 3) ha un picco di negatività per poi rientrare, seppur con valori meno marcati, in territorio positivo. «Questo risultato», spiegano i due ricercatori, «è frutto di una ampia pratica di stigmatizzazione della challenge, con tanti utenti, uomini e donne, impegnati allo stesso tempo a criticare con ironia ed autoironia questa attività che, contestualmente, va rapidamente scemando».

Concentrando l’analisi del sentimenti sulle utenti donne più giovani, emerge poi un atteggiamento diverso tra le teenagers e le ragazze che hanno superato i 25 anni. La situazione è riassunta in questo grafico:

Le più giovani, infatti, manifestano maggiormente sentimenti negativi, legati ad esempio alla paura. Le seconde, invece, esprimono un sentiment registrato come positivo, ma perché legato all’ironia: «peccato essere troppo vecchia, mi sarei divertita da matti, i punti li prendevano di sutura», ha scritto ad esempio un’utente di TikTok. Un’arma di difesa che evidentemente manca alle più giovani, tendenzialmente più fragili e più esposte alle conseguenze più gravi del body shaming, che secondo alcuni psicologi e psichiatri può degenerare in disturbi alimentari. Aggiungendo così un danno alla salute fisica ad un danno alla salute mentale delle vittime di questa stupida challenge.