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Come guadagnano miliardi i Big della tecnologia? Spiegato in una infografica

Il Big tech Usa ossia Amazon, Apple, Alphabet (cioè Google), Microsoft e Meta, hanno prodotto nel 2021 circa millequattrocentro miliardi di dollari. Una quota considerevole – pari al Pil del Brasile – e in netta crescita rispetto al 2020, con un incremento del 27% – si parla di trecentomila miliardi di espansione.

Ma come sono stati generati questi introiti? Capiamolo attraverso l’infografica ideata da Visual Capitalist.

Amazon sempre più forte, in testa alle Big Tech

Nell’Olimpo delle Big Tech siede comodamente Amazon. Alcuni numeri per capire la sua espansione: quasi cinquecento miliardi di dollari di introiti nel 2021, in crescita del 33% rispetto al 2020 ed entrate che costituiscono il 40% in termini di vendite dell’intero e-commerce targato USA – dove viene fatturato il 67% dei ricavi totali di Amazon.

Come si suddividono i suoi introiti? Per quasi la metà (il 47,3%) sono relativi all’Online Store, dove si vendono prodotti fisici e digitali di ogni genere – meno che le armi da fuoco e “parti di balene, delfini, squali, elefanti (avorio compreso)”. Se non ci credete, vi conviene leggere nel seller central Europe. In seconda battuta (per il 22%) da servizi annessi alla vendita. Seguono le altre percentuali, sempre meno incisive. Nota dolente solo per le sottoscrizioni ad abbonamenti Amazon Prime, a cui fanno riferimento solo il 6,8% delle entrate – nel 2018 erano al 6,1%, quindi veramente poco reattive in termini di crescita. E gli altri giganti del Tech, come si comportano?

 Apple sempre più su servizi e accessori, Google è statica

In generale le Big Tech si potrebbero dividere in chi vende un prodotto e chi, invece, ti vende come prodotto. Apple fa parte della prima categoria e l’iPhone non si smentisce come punta di diamante dell’azienda – a cui corrisponde il 22% dell’intero mercato della telefonia, con al secondo posto la Samsung al 18%. Tuttavia, guardando alla fetta di entrate corrispondenti alla vendita dell’iPhone nel 2021 (pari al 52,5%) e confrontandola con i dati del 2018 (dove si attestava a quasi il 63%) si può notare un’importante decrescita del prodotto. Sono invece in aumento le vendite (aggirandosi intorno al 19%, mentre nel 2018 erano al 14%) dei contenuti digitali e dei servizi made in Apple, come, per esempio, può essere Apple Care. Seguono la stessa scia di incremento gli accessori, con un 10,5% che nel 2018 era al 6,6%.

Per chi invece vive di pubblicità è Google. Bene, dei quasi duecentosessanta miliardi di dollari prodotti da Google, l’81% proviene da pubblicità promosse sulle loro piattaforme – si specifica che in questo meccanismo non padroneggia nessuno l’onda degli annunci come fa la creazione di Mark Zuckerberg, dove Meta (attraverso la pubblicità su Facebook) produce il 98% dei propri introiti. Ad ogni modo, benché le entrate continuino a crescere (e neanche di poco, del 41% rispetto al 2020) si avverte un certo staticismo da parte di Alphabet (e quindi Google) nella scelta delle carte da giocare per posizionarsi nella Top 5 dell’Olimpo Tech – sempre al terzo posto, in maniera irremovibile, appunto.

Un destino in ascesa?

La crescita di tutte le Big Tech è sicuramente dovuta alle condizioni indotte dalla pandemia. Le nostre abitudini sono significativamente mutate verso meccanismi che hanno implicato una presenza assidua di strumenti tecnologici in molte delle connotazioni della vita quotidiana, dalle azioni di acquisto al lavoro. Secondo un sondaggio  su scala globale due terzi dei dipendenti oggetto di analisi continuerà a lavorare in remoto. Le vendite globali con strumenti di e-commerce dovrebbero seguire lo stesso destino, con una crescita nei prossimi anni che potrebbe attestarsi intorno ai settemila miliardi di dollari entro il 2025