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tecnologia

Quali sono gli algoritmi che rivoluzioneranno la sanità? #DataJobs

Eugenio Zuccarelli è un data scientist di successo ma atipico.  Genovese, classe 1994, vive a New York, lavora nel colosso dell’Healhcare Cvs Health ed già stato inserito da Forbes nella classifica degli Under 30 da tenere d’occhio. Ingegnere, un master all’Imperial College in neurotecnologie, uno al Mit di Boston e qualche corso ad Harvard di business possiede anche un sito curato e ben fatto che riassume il suo notevole curriculum. Ha lavorato a Londra sul sistema sanitario britannico e più nello specifico sulla raccolta dei dati sanitari dei pazienti da parte dei medici. Oggi alla Cvs Health che è il quarto gruppo nel mondo nel business della salute guida un team di scienziati dei dati che studiano come l’intelligenza artificiale può aiutare a prevedere l’insorgere di malattie croniche.  Eugenio Zuccarelli è un giovane atipico perché nonostante l’età ha già le idee piuttosto chiare. Nel corso della puntata di Data Jobs ci ha spiegato come l’Ai sia già pronta per essere a supporto delle decisione del medico.  Per esempio, è in grado di studiare velocemente tutta la letterature scientifica su una data patologia per tenere aggiornato il medico. Oppure può fornire dei suggerimenti sulla terapie sulla base dei sintomi che il paziente dichiara e il medico riconosce.

Il 2 di maggio alla Sigchi conference di quest’anno verrà presentato Project Us,  un progetto a cui ha lavorato con il Mit. Si tratta di un tool informatico che attraverso il machine learning è in grado di analizzare il tono delle voce e le espressioni del volto attraverso una normale videoconferenza allo scopo di comprendere lo stato emotivo del soggetto. Parte della ricerca negli Stati Uniti, ci ha spiegato, è concentrata sull’uso dei dati per aiutare il sistema sanitario che ricordiamo essere basato sulle assicurazione e il servizio privato a risparmiare sui costi delle terapie e sull’impiego dei medici. Esistono però anche molte applicazione nella diagnostica e nella prevenzione che possono servire la salute pubblica ma anche il lavoro dei singoli specialisti. Come ci ha spiegato mai come in questi anni la medicina è sul punto di fare un salto di qualità proprio grazie alla “contaminazione” con le tecnologie legati ai dati e all’Ai. 

 

E nel futuro? Gli studi di economia sembrano già anticipare quello che potrebbe essere uno sviluppo futuro della carriera di Zuccarelli. Nella testa del data scientist c’è forse già una startup. In quale campo? L’applicazione degli algoritmi di machine learning all’imaging e quindi alla diagnostica legata alla radiologia permettono di analizzare con più precisione  l’evoluzione di una patologia. Già oggi l’Ai viene usata per studiare attraverso i reperti clinici ottenuti per esempio dagli strumenti della risonanza magnetica e della Tac. Sarà per esempio presto possibile prevedere per esempio l’evoluzione di un tumore nelle sue fase inziali.  In questo campo che è poi quello della computer vision secondo Zuccarelli di sono enormi opportunità.