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cronaca

Data Governance Act, Data Act e Privacy Shield: a che punto siamo?

Il Parlamento europeo ha approvato settimana scorsa il Data Governance Act (Dga). Il testo, dovrà ora essere adottato dal Consiglio europeo, ma nelle sue forme è ormai piuttosto chiaro. L’obiettivo dichiarato è quello di   creare nuove norme Ue sulla neutralità dei mercati dei dati, favorire il riutilizzo di alcuni dati detenuti dal settore pubblico e creare spazi europei dei dati in settori strategici. È una buona notizia. L’idea è quella di sfruttare i dati che verranno condivisi.  La Pa e gli enti privati non saranno obbligati a condividere dati  ma potranno farlo per dare una spinta alla ricerca e alle iniziative delle startup. Allo stesso tempo gli enti pubblici non potranno creare diritti esclusivi di riutilizzo di alcuni dati. Il periodo di esclusiva sarà limitato a 12 mesi per i nuovi contratti, e a due anni e mezzo per quelli esistenti, così da rendere un maggior numero di dati accessibili a startup e piccole e medie imprese.

Il ruolo della Data Act. L’altro pezzo di questa strategia è il Data Act (Da) che è anche lui in corso di approvazione ma rispetto al Dga è più indietro. Il suo campo di azione comprende i dati della Pa prodotti e acquisiti ai sensi del Data Governance Act ma si estende anche ai Big data del settore privato. In sostanza (si legga l”approfondimento alla fine del post) stabilisce chi può usare i dati con quali modalità e per fare cosa. Quindi mentre il Dga punta a creare uno spazio di condivisione di dati all’interno del mercato europeo, il Data Act intende disciplinare l’uso dei dati in chiave business da parte delle aziende e dei privati extra-Ue.

Il  nuovo Privacy Shield. Il mese scorso Europa e Stati Uniti hanno poi raggiunto un accordo preliminare che disciplina il trasferimento dei dati da un versante all’altro dell’Oceano. La normativa precedente, quelle del cosiddetto accordo “Safe Harbor”, era stata annullata nell’ottobre 2015 da una sentenza della Corte europea di giustizia. Le aziende dovranno attendere per avere un quadro chiaro per il trattamento dei dati tra le due sponde dell’Atlantico. Le ultime indicazioni segnalano un accordo possibile per fine anno. Che potrebbe essere troppo tardi per evitare che Facebook venga colpita dall’assenza di regole e chiuda gli account europei come ha minacciato.

A proposito di dati è una rubrica di Info Data per segnalare novità e nuove policy sui dati sia in ambito pubblico che privato. Se avete segnalazioni scriveteci infodata@ilsole24ore.com

Per approfondire. 

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