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tecnologia

Chi monitora l’algoritmo che decide come contrastare la pandemia? E’ online il progetto #TracingTheTracer

Quella di affidarsi ad un algoritmo nella gestione delle misure di contenimento della pandemia da nuovo coronavirus non è una scelta inedita. È dal novembre dello scorso anno che sono i numeri a stabilire il passaggio dalla zona rossa a quella bianca, secondo il codice colore introdotto dall’ex governo Conte.

Giusto o sbagliato che sia, c’è chi ha deciso di dar vita ad un monitoraggio, un vero e proprio censimento dei casi in cui si delega la decisione politica rispetto alle misure di contrasto della pandemia ad un procedimento matematico. Il che, beninteso, rappresenta a sua volta una decisione politica. Si tratta dell’iniziativa Tracing the tracers, voluta da Algorithm Watch, un’organizzazione non profit nata con l’obiettivo di monitorare i processi di automated decision-making, ovvero le decisioni affidate a processi automatizzati, e il loro impatto sulla società.

Tutto questo nella convinzione che l’Adm non è mai neutrale, che chi scrive gli algoritmi è responsabile dei risultati che ottengono e allo stesso tempo che gli algoritmi non sono creati solo da chi li scrive. Più in generale, che i processi di Adm devono essere intellegibili perché ne siano garantiti l’accountability e l’esercizio di quel controllo sui processi decisionali che distingue le democrazie dalle dittature.

E mentre si utilizzano algoritmi che decidano l’ordine di priorità per somministrare il vaccino contro il Sars-CoV-2 (succede in Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta), si lanciano certificati digitali per garantire la libertà di spostamento delle persone vaccinate (in Trentino) e si utilizzando le videocamere di sorveglianza per individuare assembramenti (a Firenze), l’organizzazione con sede a Berlino ha deciso di lanciare un monitoraggio che dia conto di tutte le esperienze in cui la decisione rispetto al contrasto alla pandemia viene delegata ad un procedimento automatico.

Dietro a questa iniziativa c’è un team di una trentina fra ricercatori e giornalisti provenienti da 16 paesi europei che vogliono raccogliere in un database tutte queste esperienze per dare a tutti l’opportunità di una piena partecipazione al processo democratico. “Conoscere per deliberare”, come scriveva Luigi Einaudi. Con in più la possibilità per chiunque di segnalare progetti di Adm legati alla pandemia non censiti nel database. Nell’attesa che, nel prossimo mese di dicembre, venga diffuso il primo report su questa attività di censimento degli algoritmi che lavorano per contrastare la diffusione del Sars-CoV-2.