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economia

Occupati, disoccupati e inattivi. Il mercato del lavoro nel 2020

Nei giorni scorsi è uscito il rapporto annuale sul mercato del lavoro frutto della collaborazione tra Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Istat, Inps, Inail e Anpal. In sintesi, nel secondo trimestre 2020 si è assistito a un crollo dell’attività economica, seguito da un recupero, per certi aspetti superiore alle aspettative, nel terzo trimestre e una nuova riduzione nel quarto dovuta alla recrudescenza della diffusione dei contagi. Gli approfondimenti contenuti nel Rapporto descrivono gli effetti del Covid-19 sulla domanda e sull’offerta di lavoro, il ruolo degli ammortizzatori sociali messi in campo, e le ricadute sulla qualità del lavoro. Data la natura dei provvedimenti di sostegno alle imprese e ai lavoratori, scrive Istat, gli effetti della crisi si sono manifestati più sulle ore lavorate che sull’occupazione; ciononostante il numero di persone rimaste senza lavoro è considerevole, soprattutto a seguito delle cessazioni dei contratti a termine non rinnovati e del venir meno di nuove assunzioni in un generalizzato clima di “sospensione” delle attività, inclusa quella della ricerca di lavoro. Il calo dell’attività e dell’occupazione si è concentrato nei servizi e, complessivamente, ha avuto effetti ridotti nella manifattura. Come Info Data scegliamo tre numeri per riassumere i punti salienti del report che invitiamo a leggere.

-3,9 miliardi di ore

Crollo delle ore lavorate. Nei primi tre trimestri del 2020 lo ore lavorate sono calate di 3,9 miliardi di unità. Significa un calo del 12% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

19,4%

Chi lavora da casa. La percentuale è relativa al secondo trimestre. Erano il 4,6% il secondo trimestre del 2019.

-470mila

Meno occupati, meno disoccupati e più inattivi. Gli occupati (si legga in glossario Istati in basso) sono calati di 470mila unità, i disoccupati di 304mila unità e gli inattivi invece sono cresciuti (+621mila). Quindi nel primi tre mesi del 2020 è calata la forza lavoro. I più colpiti, scrive Istati, i giovani, le donne e i dipendenti con contratto a tempo determinato.

Glossario Istat.

Chi sono gli occupati? Comprendono le persone di 15 anni e più che nella settimana di riferimento:  hanno svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario o in natura;  hanno svolto almeno un’ora di lavoro non retribuito nella ditta di un familiare nella quale collaborano abitualmente;  sono assenti dal lavoro (ad esempio, per ferie o malattia). I dipendenti assenti dal lavoro sono considerati occupati se l’assenza non supera tre mesi, oppure se durante l’assenza continuano a percepire almeno il 50 per cento della retribuzione. Gli indipendenti assenti dal lavoro, ad eccezione dei coadiuvanti familiari, sono considerati occupati se, durante il periodo di assenza, mantengono l’attività. I coadiuvanti familiari sono considerati occupati se l’assenza non supera tre mesi.

Chi sono i disoccupati?  Comprendono le persone non occupate tra i 15 e i 74 anni che:  hanno effettuato almeno un’azione attiva di ricerca di lavoro nelle quattro settimane che precedono la settimana di riferimento e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive;  oppure, inizieranno un lavoro entro tre mesi dalla settimana di riferimento e sarebbero disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive, qualora fosse possibile anticipare l’inizio del lavoro.

Chi sono gli inattivi. Comprendono le persone che non fanno parte delle forze di lavoro, ovvero quelle non classificate come occupate o in cerca di occupazione.

https://www.istat.it/it/archivio/254007