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cronaca

Noi siamo quello che consumiamo. L’inflazione, lo scalogno e le mascherine. #spiegatobene

“Se vuoi fare il figo, usa lo scalogno” è il titolo di un libro di cucina di successo Carlo Cracco uscito qualche tempo fa. Ma solo dal 2021 il profumato parente della cipolla è entrato a far parte del paniere dell’Istat, quello che misura i prezzi al consumo e quindi il livello di inflazione. Ed è solo uno tra le new entry, dal momento che l’Istituto di statistica tiene aggiornato il proprio carrello della spesa virtuale ogni anno, seguendo i cambiamenti del costume.

Dal 2021, oltre allo scalogno, fanno il loro ingresso anche le mascherine FFP2 e il gel igienizzante per le mani. Ma non solo: tra quelli di nuova inclusione si annoverano anche la Pec, la casella di mail certificata che permette l’invio e la ricezione di documenti con valore legale e i seggiolini antiabbandono, resi obbligatori dalla legge 117 del 2018.

Per intercettare il trend crescente di mobilità sostenibile, si dà spazio anche al servizio di sharing di monopattini elettrici, che iniziano a circolare per le strade delle nostre città, e il costo della ricarica di corrente per auto.

L’Istat ha deciso di non far uscire nessun prodotto dal paniere nel 2021, confermando tutti quelli presenti l’anno scorso. La prima versione, al debutto nel 1928, prevedeva soltanto 59 beni essenziali, poi cresciuti fino a toccare il massimo di 618 ed infine, negli ultimi anni, ridotti a poco più di 400.

Nel tempo, la borsa della spesa fotografata dall’Istat ha mostrato più di molte indagine sociologiche come è cambiato il nostro Paese. Per capire il significato di alcuni prodotti potrebbe addirittura essere necessario ricorrere a Wikipedia: ad esempio la boga (o boba), un pesce marino, era evidentemente un bene significativo tra il 1991 e il 1998, per poi uscire, come tanti altri, con l’avvento del nuovo secolo. E che dire della fine delle catene di noleggio di DVD che i non giovanissimi ricordano distintamente? Anche questa categoria di spesa, non più presente fa parte ormai di tipologie di consumi che la tecnologia ha reso obsoleti.

Ma, al contrario, ci sono anche dei long-seller: Burro e patate guidano la classifica, con 34.334 giorni di presenza ininterrotta (almeno con la stessa denominazione). A seguire Zucchero, Pane, Cotone Idrofilo, Dentifricio e Tè.

In definitiva, noi italiani siamo quello che compriamo. Nelle spese di ogni giorno si riflettono i bisogni, ma anche i gusti, le mode o i vincoli dell’epoca presente che si vive. E aspettando i prodotti che entreranno nel paniere nel 2022, possiamo solo sperare che escano mascherine e gel igienizzanti quanto prima perché significherà che non dovremo averne più bisogno.