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economia

Stimare il Pil in tempo reale? Un obiettivo più vicino dopo la pandemia

 

Nei mesi più duri della crisi sanitaria, tra marzo e aprile, quando è scattato il lockdown anti-contagi per le attività economiche non essenziali e i canali di raccolta dati per le statistiche ufficiali hanno incontrato forti difficoltà, tre giovani economisti di Bankitalia si sono messi a tavolino per elaborare un nuovo indice sintetico capace monitorare su base settimanale l’andamento del Pil. Si chiama ITWEI, da qualche mese è in fase di rodaggio, sta mostrando una buona capacità predittiva rispetto alle stime Istat e in futuro potrebbe entrare nelle produzioni analitiche sulla congiuntura della nostra Banca centrale al fianco di altri indici sintetici piuttosto noti come ITA-COIN e EURO-COIN, tarati per predire le dinamiche di fondo dell’economia al netto degli andamenti più erratici. ITWEI è stato congegnato per catturare proprio gli sbalzi più inattesi delle attività ed è quindi del tutto complementare con gli altri due indici anticipatori, realizzati dopo l’introduzione della moneta unica

Previsioni lampo sul Pil che verrà

Costruito con una metodologia simile a quella usata alla Fed per fare il nowcasting del Pil, lTWEI viene costruito utilizzando variabili ad elevata frequenza che spaziano dai consumi elettrici e del gas ai prelievi al Bancomat, dai flussi di traffico alle ricerche su Google di parole chiave come Cig (l’acronimo di cassa integrazione guadagni). Un dataset che si completa con altri indicatori mensili come il Pmi manifatturiero o gli indici di acquisto di beni e servizi prodotti da Confcommercio, i dati fiscali sull’import, le settimane di cassa integrazione prenotate all’Inps. Il risultato è, appunto, una lettura su base settimanale dell’andamento del Pil che può rivelarsi strategica in fasi di crisi molto acute, come quelle che hanno per esempio costretto il governo a ricorrere alle sospensioni prima generalizzate e poi più selettive di diverse attività economiche per parare il rischio contagi. ITWEI è stato presentato nei giorni scorsi in una Nota-Covid-19 dove sono recensiti i suoi primi risultati: la sua capacità di previsione è risultata molto buona sia sui trimestri del 2020 sia nel tracciare l’andamento dell’economia tra il 2011 e il 2019.

Bankitalia e la big data analysis

Bankitalia in questo tipo di produzioni analitiche si muove su una frontiera che vede, nell’Eurosistema, in movimento anche la Bundesbank e il Banco de Espana. La crisi economica innescata dalla pandemia ha dato una spinta molto forte alle produzioni di strumenti analitici di previsione, indispensabili per ponderare scelte di policy da adottare in momenti difficili e con disponibilità di budget limitati. La produzione americana, in questo settore, è molto più avanzata ma la disponibilità di tecnologie e strumenti di analisi sempre più potenti potrà presto colmare le distanze tra le due sponde dell’Atlantico. Di sicuro siamo anni luce lontani dai vecchi tempi in cui economisti come John Kenneth Galbraith andavano affermando che l’unica utilità delle previsioni in economia è di rendere “rispettabile persino l’astrologia”. Una maggiore condivisione di dati statistici e amministrativi a livello nazionale e l’uso dei Big Data hanno ormai aperto l’era di un policy making davvero basato sui dati; una strada per avvicinare le scelte di politica fiscale a quelle di politica monetaria. Una strada da battere in fretta per uscire al meglio da questa maledetta crisi.

Il titolo dello studio: Banlitalia – Note Covid-19 – Taking economic growth during Covid-19: a weekly indicator for Italy

Gli autori: Davide Delle Monache, Simone Emiliozzi, Andrea Nobili

 

Data Analysis ospita interventi di  ricercatori e docenti universitari e analisi di data journalist ed esperti su working paper, articoli scientifici e studi che parlano in modo più o meno diretto alla società e alle politiche data-driven.