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cronaca

A Hollywood c’é chi è morto 65 volte

Secondo le ricerche del sito buzzbingo.com è all’americano Danny Trejo che spetta il dubbio record di attore più fatto fuori da Hollywood nella storia, con 65 morti a schermo. Molti lo ricorderanno per le sue comparse in film come Heat (1995), Con Air (1997), o magari per il suo personaggio chiamato “Machete” apparso in diverse serie e film.

L’analisi è stata condotta attraverso i portali IMDB e Cinemorgue, contando apparizioni e soprattutto scomparse dei singoli attori nelle loro varie interpretazioni.

Non potrà più raggiungerlo l’inglese Christopher Lee, deceduto nel 2015 e noto per le sue parti in Dracula il Vampiro (1958), 007 – L’uomo dalla pistola d’oro (1974), la trilogia prequel di Guerre Stellari o il Signore degli Anelli – in seconda posizione ma comunque molto vicino con 60 eliminazioni. Terzo sul podio ancora un americano, Lance Henriksen, di cui tra l’altro si ricorda la partecipazione a diversi Alien, ma comunque a una certa distanza con 51 morti.

A 41 morti ciascuno sono appaiati Vincent Price, Dennis Hopper e Boris Karloff, attore ques’ultimo presente in numerosi horror come Frankenstein (1931) o La Mummia (1932), mentre da 35 a 40 morti troviamo comunque altri pesi massimi come John Hurt e Bela Lugosi – altro famosissimo Conte Dracula ma stavolta nella versione del 1931. Certo, dato il tema, non sorprende che i film dell’orrore siano tanto comuni in questa classifica.

Come ricorda un altro articolo, le morti di Denny Trejo possono essere trovate in pellicole come Il Giustiziere della Notte 4, Desperado, Dal Tramonto all’Alba, Anaconda, Halloween (2007), Zombie Hunter e 3 from Hell, nonché in The Hidden, Bulletproof, Heat, Con Air, The Replacement Killers, Reindeer Games, xXx, Predators, Haunted High, The Book of Life e 3-Headed Shark Attack.

Un video realizzato da un fan che raccoglie le sue “performance” migliori lo mostra morire, per la precisione: sparato (numerosissime volte), esploso in un furgone a causa di una granata, abbattuto da un carrello per le luci, accoltellato, precipitato, colpito alla gola da una laccio mentre era in corsa a una moto, impalato, soffocato, sopravvissuto a un’impiccagione ma comunque sparato, esploso in una macchina appena colpita da qualche proiettile, abbattuto da una televisione in testa, trivellato da un trapano ancora in testa, decapitato, falciato e così via.

Naturalmente gli attori che hanno partecipato a più pellicole e quindi con una lunga carriera hanno avuto un maggior numero di occasioni di finir male. Per cui un’altra metrica che può darci un’idea di quanto essi sono a rischio può essere guardare a quanto spesso sono morti sul totale dei film girati.

Qui le cose cambiano molto e in effetti è l’inglese Kit Harington – curiosamente sopravvissuto alla sua parte principale, Jon Snow in Game of Thrones, ma d’altronde si tratta di una serie e non di un film – che risulta essere stato ucciso nella fetta più ampia delle pellicole in cui ha recitato: il 62,5% delle volte. Un risultato comunque a pari merito con Merritt Butrick, attore americano comparso fra l’altro nella serie Zero in Condotta (1982) nonché in due film di Star Trek (1982 e 1984). Una carriera breve di soli di soli otto film durante gli anni ‘80, secondo quanto riporta Wikipedia, ma comunque a quanto sembra non proprio tranquillissima.

Per altri attori vivere o morire è un tiro di moneta o quasi, come per l’americano Mahershala Ali, (Il curioso caso di Benjamin Button, 2008; la saga di Hunger Games) oppure per Mickey Rourke, che con una carriera estesa ormai per quarant’anni nonché dozzine e dozzine di film diversi per arrivare a questo punto dev’essere anch’egli morto sullo schermo ben di frequente.

In generale, mostrano i numeri raccolti dal sito, fra i primi dieci per mortalità tende a esserci un maggior numero di uomini rispetto alle donne, ma di questa metrica va anche considerato il contesto: ancora nel 2019 il 56% circa dei protagonisti nei film era maschio, secondo Statista, e arriviamo al 74% nel 2011. Al di là di come vengono rappresentate le donne sullo schermo, già per cominciare hanno meno occasioni di fare una brutta fine.

Tornando indietro di quasi quattro decenni, dal 1980 al 2018, viene fuori che l’anno più sanguinoso risulta essere stato il 1997 con 330 morti. La parte del leone la fa Titanic, che da solo ne vale 85. Altri anni di picco sono stati il 1990 con 291 morti – spinto da Predator 2, il Padrino parte III ma sicuramente da Die Hard 2 –, oppure 2014 e 2017 con rispettivamente 288 e 278 morti. Del primo gli autori fanno presente soprattutto Godzilla, mentre al secondo contribuiscono altre pellicole come Kong: Skull Island, Alien: Covenant o Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar.