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cronaca

I dischi, le parole e la poesia, il ricordo di Fabrizio De André

L’11 gennaio 1999 se ne andava Fabrizio De André. Improvvisamente una malattia portava via uno dei più grandi artisti del Novecento italiano, ma non solo. Se ne andava il menestrello di una generazione che ancora vive e si emoziona nelle sue canzoni.

Poesie in musica senza precludersi nulla. Galassie di parole per raccontare i tratti nobili e universali degli emarginati, la cattiva coscienza dei loro accusatori in un’antologia dei vinti che ha affrontato anche i grandi temi universali.

Un universum poetico che abbiamo deciso di rappresentare come un insieme di galassie. I suoi album, i temi e le parole che ricorrono nella poetica di Fabrizio De André. Ogni galassia rappresenta un album, ogni astro una parola presente nel testo. Più grandi sono gli astri, più la parola  ricorrente. Le prime 5 parole di ogni album sono evidenziate grazie all’etichetta testuale, mentre passando col mouse sulle galassie è possibile scoprire ulteriori informazioni sulle altre parole e osservare le costellazioni (nella versione desktop e tablet). In quanti album ricorre una stessa parola? Le costellazioni mostrano questo aspetto della scrittura di De André.

 

 

Il dizionario di Fabrizio De André

AMORE, OCCHI, DIO. Sono le 3 parole più significative e ricorrenti della poetica faberiana. Insieme compaiono 286 volte nei 13 album registrati in studio.

AMORE è cantata 130 volte in 53 canzoni compare, come OCCHI, in tutti i 13 album del cantautore genovese. Non solo. È la parola più frequente in diversi dischi, l’astro più lucente negli album Volume 1, Volume III, Storia di un impiegato, Canzoni e Volume VIII. DIO ricorre in 25 tracce e 11 album, in particolare ne La buona novella e Rimini, facendo del tema del divino correlato alla dimensione più umana di alcune figure bibliche tradizionali uno dei grandi topic della sua produzione e dello storico album ispirato ai Vangeli apocrifi.

Amore e Dio si ritrovano insieme in 7 canzoni, mentre il trio AMORE-DIO-OCCHI viene citato ne Il testamento di Tito e in Canzone del padre.

Gioco di coppie

In poesia come nella musica di De André esistono alcune coppie di fatto.

GIORNO e NOTTE sono una delle coppie tipiche della produzione faberiana e compaiono rispettivamente 82 e 80 volte. Cinque canzoni contengono insieme le due parole. Tra queste Hotel Supramonte, La ballata del Michè e Amico Fragile.

Non mancano i riferimenti alle parole PADRE (78 citazioni, tema che appassionerà chi conosce il particolarissimo rapporto che univa Faber al suo illustre genitore) e FIGLIO (62 citazioni, anche in questo caso val la pena citare il controverso rapporto del cantautore con il figlio Cristiano), contemporaneamente presenti in 4 pezzi. In primis Canzone del padre, brano nel quale il protagonista del concept album Storia di un impiegato, distrutto dalla sua vita insignificante, sogna di occupare un posto di potere, quello di suo padre. Con Canzone del padre anche Il testamento di Tito, Le storie di ieri e Tre madri.

Tra galassie e costellazioni non poteva mancare il rapporto dicotomico tra CIELO (108 citazioni in 12 album) e TERRA (90 citazioni in 9 album). Sono 9 le tracce in cui si incontrano. Tra queste Dolcenera e Preghiera in Gennaio. La canzone in cui raggiungono il più alto numero di citazioni è però A cimma, dall’album Le nuvole, coerentemente ai titoli di traccia e album (ovviamente tradotte dal genovese all’italiano). Anche se, per chi non lo sapesse, la cima non è il vertice di una montagna, ma una ricetta di cucina genovese e anche molto altro. È un rito, che prevede che si metta una scopa davanti alla porta chiusa della cucina, in modo che, se dovesse entrare una strega dal camino, si perderà nel contare le pagliuzze. La parola CIELO ritorna nell’ultima parte di questa usanza. Si chiederà anche l’intercessione dal cielo per scacciare tutti i diavoli e alla fine, quando sarà portata sul tavolo, solo lo scapolo più giovane potrà tagliare la carne.