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tecnologia

L’Europa non ha ancora imparato a consumare energia in modo efficiente

 

 

Secondo una nota di Eurostat del 4 febbraio 2020, non abbiamo ancora raggiunto appieno gli obiettivi di efficienza energetica che ci eravamo prefissati. L’Unione Europea si era impegnata a ridurre il consumo di energia del 20% entro il 2020. Ma ormai al 2020 siamo arrivati e il consumo di energia primaria e finale è ancora del 5% e del 3% superiore rispetto agli obiettivi che volevamo raggiungere entro il 2020.

 

Un po’ di glossario. Il consumo di energia primaria misura la domanda totale di energia di un paese. È un indicatore definito come consumo interno lordo di energia, esclusi gli usi non strettamente energetici (come il gas naturale utilizzato nell’industria chimica o il bitume per le superfici stradali). Sono escluse anche le consegne di carburante alle piattaforme marittime internazionali.

Il consumo finale di energia invece è l’energia totale consumata dagli utenti finali, che arriva negli edifici, (famiglie, industria, agricoltura, servizi commerciali e pubblici), e include il settore dei trasporti. In altre parole il consumo di energia primaria misura la domanda totale di energia domestica, mentre il consumo di energia finale si riferisce a ciò che gli utenti finali effettivamente consumano. La differenza riguarda principalmente le perdite nei processi di trasformazione e distribuzione.

Tornando ai dati di Eurostat, il consumo di energia primaria dovrebbe ammontare a non più di 1.312 Mtep, mentre il consumo finale di energia a non più di 959 Mtep nel 2020, mentre entro il 2020 non dovremmo superare i 1.128 Mtep di consumo di energia primaria e gli 846 Mtep di energia finale. Mtep è un’unità di misura che significa milioni di Tonnellate Equivalenti Petrolio, e che si usa per calcolare e confrontare tre tipi diversi di energia: elettrica, termica, ed energia per i trasporti.

Nel 2018 invece il consumo di energia primaria nell’Unione Europea (in questo computo sono inclusi 27 paesi) è rimasto stabile, raggiungendo le 1.376 Mtep, lo 0,71% in meno rispetto all’anno precedente, mentre il consumo finale di energia ha raggiunto 990 Mtep, lo 0,02% in più rispetto al 2017. Nel 2018, il consumo di energia primaria nell’UE è stato del 4,9% superiore all’obiettivo di efficienza per il 2020 e del 22% maggiore rispetto all’obiettivo che vorremmo raggiungere entro i prossimi dieci anni.

Dal 1990, il primo anno per il quale sono disponibili i dati, il consumo di energia primaria ha subito forti oscillazioni, con un picco nel 2006 (1.511 Mtep che rappresentano un gap del 15,2% rispetto all’obiettivo del 2020) e uno dei livelli più bassi raggiunti nel 2014 (1.332 Mtep, un divario dell’1,5% rispetto all’obiettivo del 2020).

Ogni paese ha la sua statistica. Il consumo di energia primaria nel 2018, rispetto al 2017, è aumentato in 12 dei 27 Stati membri, è rimasto stabile in quattro e diminuito in undici Stati membri.

Rispetto al 2017, l’incremento più elevato si è registrato in Estonia (+ 9%), seguito da Lettonia (+ 5%) e Lussemburgo (+ 4%). Tra gli undici Stati membri in cui il consumo di energia primaria è diminuito tra il 2017 e il 2018, il calo maggiore è stato registrato in Belgio (-5%), seguito da Grecia e Austria (entrambi -3%), Germania e Slovacchia (entrambi -2%).

Per quanto riguarda il consumo di energia finale, in UE abbiamo registrato un +3,2% rispetto all’obiettivo di efficienza per il 2020 e un +17% rispetto a quello per il 2030.  Rispetto al 2017, il consumo finale di energia è aumentato in 15 dei 27 Stati membri, è rimasto stabile in sei e diminuito in altri sei Stati membri. Gli aumenti più alti si sono registrati a Malta (+ 6%), seguiti da Irlanda (+ 5%), Lettonia e Lussemburgo (entrambi + 4%). All’estremità opposta della scala si è registrato il calo maggiore in Grecia (-5%), seguito da Austria (-3%) e Germania (-1%).

E in Italia? Il nostro paese è al quarto posto dopo Germania, Francia e Regno Unito (i dati si riferiscono al periodo pre-Brexit) sia per consumo di energia primaria che per consumo di energia finale, e in entrambi i casi non si registra alcuna contrazione complessiva dei consumi.