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politica

Elezioni europee: il gioco delle alleanze non aiuta gli euroscettici

Con ormai poche settimane al voto per le elezioni europee, il quadro delle alleanze politiche su scala continentale si sta facendo più solido. La Lega ha presentato il gruppo “European Alliance of People and Nations” (EAPN), che al prossimo europarlamento includerà i rappresentati più a destra nello spettro politico continentale. Oltre alla Lega, appunto, fra essi i francesi del Rassemblement National guidati da Marine le Pen e il partito di estrema destra tedesco Alternative für Deutschland.

 

Potrebbero aggiungersi gli spagnoli di Vox, entrati per la prima volta qualche giorno fa al Parlamento spagnolo. E potrebbero contribuire con una decina di seggi o poco meno. In più altri partiti minori di destra, lungo tutto il continente, ma nessuno dei quali avrebbe al momento abbastanza voti da contribuire con almeno un eurodeputato.

 

 

 

Per dare un termine di paragone, in base alle proiezioni pubblicate  sul sito pollofpolls.eu e basate sui sondaggi attuali, dopo il voto il gruppo guidato dalla Lega diventerebbe il quarto per grandezza all’europarlamento. Primi resterebbero i popolari, seguiti dai socialisti europei e poi dai liberali (ALDE). Questo vale sia se gli spagnoli di Vox decidessero di unirsi al gruppo, sia in caso contrario. Il gruppo “Europe of Freedom and Direct Democracy” (EFDD) di cui fa parte il Movimento 5 Stelle sembra essersi disgregato, con i suoi membri spesso diretti proprio verso la nuova famiglia politica di destra. Resta tutt’altro che scontato, allo stato attuale, se il partito italiano riuscirà a formarne uno nuovo o a rimpolpare l’esistente.

 

Rispetto alle elezioni europee precedenti, nel 2014, sia popolari che socialisti perdono comunque molto. Tutti i numeri qui riportati assumono che anche il Regno Unito parteciperà al voto, causato dal rinvio  della Brexit a ottobre prossimo.

 

 

 

Che peso potrà avere il nuovo gruppo sugli equilibri politici europei? Dati i numeri attuali, anche nello scenario più favorevole che include gli spagnoli di Vox una maggioranza di soli sovranisti, populisti ed euroscettici appare estremamente improbabile. Se per esempio sommiamo la proiezione dei seggi che potrebbero andare alla famiglia politica di ultra conservatori a quella composta dal Movimento 5 Stelle – che in pratica sarebbe la riproposizione europea della coalizione al governo in Italia – superiamo a stento i 100 seggi contro una maggioranza richiesta di 376.

Non ci avviciniamo alla soglia neppure aggiungendo il gruppo conservatori e riformisti (ECR), cui contribuirebbero soprattutto la destra inglese e polacca, né ipotizzando un accordo con i popolari europei. In quest’ultimo caso arriveremmo a circa 250 seggi – dunque ancora ben lontani dalla soglia necessaria.