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politica

Elezioni europee: serve un reddito universale? Ecco cosa pensa l’Europa

L’indagine accademica chiamata European Social Survey, raccoglie informazioni socio-culturali a cadenza periodica su un’amplissima varietà di temi e i cui dati sono stati analizzati grazie all’aiuto di Marco Albertini, professore di sociologia dell’università di Bologna.

L’introduzione di un reddito universale di base, che in Italia sta assumendo la (differente) forma del reddito di cittadinanza, è stata avanzata da alcuni per rispondere proprio al problema della disoccupazione.

Anche questo temo è stato sondato dallo European Social Survey, che ha chiesto alle persone qual è la loro opinione in proposito. In questo gli italiani sono apparsi moderatamente favorevoli, grosso modo quanto portoghesi, polacchi e finlandesi, mentre una forte opposizione è arrivata da altri paesi scandinavi come Svezia e Norvegia, nonché dagli svizzeri.

Maggiore supporto risulta invece nell’Est Europa, con l’aggiunta di Israele: gli abitanti di Ungheria, Russia e Lituania di gran lunga i più frequenti a favore. Il supporto italiano è moderato ma esteso: poco più di metà dei rispondenti si è detta a favore, con i molto contro e i molto pro che quasi si bilanciano fra loro.

 

Ultimi commenti
  • Angelo |

    Lavoro universale? Ma se stiamo cercando di istruire robot proprio per farli lavorare al nostro posto.

  • Angelo |

    Lavoro universale? Ma se stiamo cercando di istruire robot proprio per farli lavorare al nostro posto.

  • Angelo |

    Sicuramente il reddito universale (dato a tutti) ė una cosa che dobbiamo raggiungere. Non si tratta di dare soldi a chi non vuole fare nulla, ma di permettere alle persone di fare ciò che più interessa, ciò che più si sentono di fare. Io penso che così si possa mettere al centro la persona che quindi non assillata dal dover guadagnare il pane dedicherà le sue forze a migliorare le condizioni di tutti.
    Economicamente possiamo concentrare tutti gli aiuti di oggi in un unico conto e ridistribuire in parti uguali o variabili (se ne può discutere) a tutti i cittadini italiani (con almeno 5anni di residenza in Italia) o se a livello europeo ( questo mi piace molto di più) a tutti i cittadini europei (sempre con 5 anni di residenza in Europa). Non si preoccupino quelli che vedono un incentivo a non fare nulla, non accadrà così, perché il sostegno permetterebbe una sussistenza minima che sicuramente ognuno vorrebbe migliorare appunto facendo una attività più adatta alle sue capacità, migliorando il benessere di tutti.

  • Angelo |

    Sicuramente il reddito universale (dato a tutti) ė una cosa che dobbiamo raggiungere. Non si tratta di dare soldi a chi non vuole fare nulla, ma di permettere alle persone di fare ciò che più interessa, ciò che più si sentono di fare. Io penso che così si possa mettere al centro la persona che quindi non assillata dal dover guadagnare il pane dedicherà le sue forze a migliorare le condizioni di tutti.
    Economicamente possiamo concentrare tutti gli aiuti di oggi in un unico conto e ridistribuire in parti uguali o variabili (se ne può discutere) a tutti i cittadini italiani (con almeno 5anni di residenza in Italia) o se a livello europeo ( questo mi piace molto di più) a tutti i cittadini europei (sempre con 5 anni di residenza in Europa). Non si preoccupino quelli che vedono un incentivo a non fare nulla, non accadrà così, perché il sostegno permetterebbe una sussistenza minima che sicuramente ognuno vorrebbe migliorare appunto facendo una attività più adatta alle sue capacità, migliorando il benessere di tutti.

  • Giovanni |

    Questo è il modo migliore per iniziare a scrivere la nuova storia di un mondo migliore

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