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Paradisi fiscali europei, il caso Ungheria

Fa tappa in Ungheria “Fiume di denaro”, l’inchiesta dedicata ai paradisi fiscali europei condotta da Angelo Mincuzzi e Roberto Galullo. In occasione della pubblicazione di questa nuova puntata, Infodata torna a pubblicare i dati relativi a pressione fiscale e reddito.

 

Per quanto riguarda i primi, si tratta in buona sostanza di una conferma. I dati restano infatti aggiornati al 2018. Numeri che confermano come l’Ungheria sia uno dei Paesi europei con la più bassa pressione fiscale sia per le persone fisiche che per le imprese. Le prime pagano infatti il 15%, così come in Lituania e Repubblica Ceca. Va meglio solo in Bulgaria e Romania dove il prelievo fiscale sui redditi dei singoli è pari al 10%.

Per quanto riguarda invece le persone giuridiche, in Ungheria la tassazione è al 10,82%. Si tratta della seconda aliquota più bassa a livello europeo. Imprese e professionisti pagano meno soltanto in Bulgaria, dove l’aliquota è fissata al 10%. Nonostante una pressione fiscale così bassa, però, il reddito mediano pro capite in pps (power purchasing standard) ungherese è tra i più bassi d’Europa.

Con 14.409 pps l’Ungheria è infatti quart’ultima nella classifica europea dei redditi, seguita da Lettonia, Romania e Bulgheria. Al primo posto, con 32.681 pps, c’è il Lussemburgo. La media europea è pari a 22.151 pps, l’Italia si attesta poco sotto, a 21.805. Per scoprire come questi dati contribuiscano a fare dell’Ungheria un paradiso fiscale, l’appuntamento è in edicola.

Ultimi commenti
  • davide |

    Perché è considerato in senso spregiativo “paradiso fiscale” un paese che adotta aliquote basse e non “ladro fiscale” un altro paese che opta per aliquote cavapelle soprattutto se i servizi che questo da in cambio sono pochi e scadenti in rapporto al carico fiscale?

    Si dice : aliquote alte = stato che ritorna molto e fin qui va anche bene. Però aliquote alte abbinati a servizi scadenti significa che c’è qualcosa di sbagliato, anche di truffaldino …

    Non si vorrà mica negare a uno stato il diritto di applicare aliquote da esso giudicate convenienti contando sulla propria maggiore efficienza? Della serie : lo stato efficiente si deve adeguare in peggio a quello meno efficiente per non farlo sfigurare quando dovrebbe essere lo scarso che raddoppia gli sforzi per mettersi al passo …

    Giusto un’opinione eh 🙂

  • davide |

    Perché è considerato in senso spregiativo “paradiso fiscale” un paese che adotta aliquote basse e non “ladro fiscale” un altro paese che opta per aliquote cavapelle soprattutto se i servizi che questo da in cambio sono pochi e scadenti in rapporto al carico fiscale?

    Si dice : aliquote alte = stato che ritorna molto e fin qui va anche bene. Però aliquote alte abbinati a servizi scadenti significa che c’è qualcosa di sbagliato, anche di truffaldino …

    Non si vorrà mica negare a uno stato il diritto di applicare aliquote da esso giudicate convenienti contando sulla propria maggiore efficienza? Della serie : lo stato efficiente si deve adeguare in peggio a quello meno efficiente per non farlo sfigurare quando dovrebbe essere lo scarso che raddoppia gli sforzi per mettersi al passo …

    Giusto un’opinione eh 🙂

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