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economia

In 26 regioni in Europa l’occupazione cala. Sette sono italiane

 

 

È cresciuta del 5,3% nell’Algarve portoghese, a Malta e nella regione dello Strední Cechy, in Repubblica Ceca. E così è successo anche in altre 253 regioni europee. Si tratta di 9 su 10, puntualizza Eurostat, che ha elaborato e diffuso i dati sul tasso di occupazione su base regionale nel 2017. Ci sono solo 26 regioni nelle quali la quota di persone che lavorano si è ridotta. E la cattiva notizia, per il nostro Paese, è che sette di queste sono italiane.

 

La situazione peggiore sotto il profilo percentuale la si registra in Basilicata, dove il calo è stato del 2,7%. Si tratta di 6mila posti di lavoro in meno. Guardandola sotto il profilo dei numeri assoluti, il calo più significativo lo si è registrato in Liguria: qui rispetto al 2016 ben 13mila persone hanno perso il lavoro, facendo segnare un calo dell’1,9%. Cali inferiori al punto percentuale si sono registrati in Sardegna e nelle Marche (-0,6%), in Umbria (-0,5%), in Molise (-0,3%) e in Valle d’Aosta (-0,2%).

 

C’è ovviamente anche una fetta di Paese nel quale il tasso di occupazione è aumentato. Il risultato migliore lo si è avuto nella provincia autonoma di Trento, dove l’incremento è stato del 2,7%. Ci sono poi tre regioni nelle quali la quota di persone che lavorano è cresciuta di 2 punti percentuali. Si tratta di Calabria, Lazio e Lombardia. Regione, quest’ultima, che con 94mila posti di lavoro creati rappresenta da sola quasi un terzo dell’incremento occupazionale registrato in Italia.

 

Come detto, il nostro non è l’unico Paese in controtendenza rispetto ad un Europa che vede crescere il tasso di occupazione in maniera generalizzata. Anche il Regno Unito ha visto un mercato del lavoro in sofferenza in diverse regioni. In particolare la Cumbria, dove il calo è stato del 2,4%, e in tutta la regione dello Yorkshire, dove si sono registrate contrazioni nel tasso di occupazione. Ma anche la zona di Bristol, l’East Anglia e l’Essex hanno visto ridursi la quota di persone con un lavoro tra il 2016 ed il 2017.

 

Per il resto, salvo alcune eccezioni in Polonia, Francia e Grecia, l’occupazione in Europa è aumentata. Sono solo Italia e Regno Unito a soffrire.