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Sessant’anni di singoli di successo. Come è cambiata oggi la musica?

L’evoluzione della musica, che per i più nostalgici sembra essere sempre più un’involuzione rispetto al passato, è una sorta di certezza che ha caratterizzato la recente storia musicale.

Frank Zappa sosteneva che “senza la musica, il tempo sarebbe solo una noiosa sequela di scadenze produttive e di date in cui pagare le bollette”, ma si potrebbe aggiungere un piccolo corollario di carattere statistico per rendere il tempo un po’ più interessante nei confronti della musica, specialmente quando si parla di numeri.

Sorvolando sull’annosa questione della qualità più o meno calante, c’è una costante che non tramonta mai quando si parla di successi musicali, vale a dire l’attenzione che viene riservata alle canzoni in vetta alle classifiche di gradimento.

Considerata come “La” classifica statunitense per eccellenza, la Billboard Hot 100 elenca i singoli di maggior successo basandosi su diversi criteri – adattatisi al variare del mercato e all’avanzamento tecnologico – come ad esempio il passaggio in radio, lo streaming in rete o le vendite sia fisiche che digitali, e dal 1958 è il punto di riferimento dell’omonima rivista che viene pubblicata con cadenza settimanale.

Recentemente DataWorld ha raccolto i dati relativi ai primi sessant’anni della Billboard Hot 100 (1958-2017) dai quali è possibile estrarre alcuni elementi di interesse, in particolare considerando le canzoni classificatesi alla posizione numero uno.

Nell’infografica che segue, mediante il filtro a tendina (di default fissato sul 2017) è possibile verificare quante e quali siano state le diverse “numero uno” di ogni singolo anno censito.
Nel primo grafico sono elencate le canzoni che hanno conquistato la vetta di gradimento accompagnate da un cerchio per ogni settimana di permanenza in cima alla classifica.
Interagendo con i marker (passaggio del mouse da desktop o click da mobile), oltre ad ottenere il dettaglio dell’artista, verrà illuminato il percorso delle canzone selezionata nello specifico anno tra tutte quelle apparse in classifica, come riportato nel secondo grafico in cui le “numero uno” sono già evidenziate in rosso.

Curiosando un po’ tra i numeri, sembra abbastanza evidente come gli ultimi anni siano stati caratterizzati da un minor numero di canzoni alternatesi in prima posizione, il che implica di conseguenza che queste siano rimaste in vetta per un numero maggiore di settimane.

Benchè non del tutto completo (dati fino alla settimana numero 43), il 2017 è probabilmente uno degli esempi più calzanti di questa tendenza, specialmente per via del fenomeno “Despacito” che, con sedici settimane consecutive di primato, ha portato all’apice estremo del successo la categoria dei tormentoni estivi.

Il brano di Luis Fonsi, apparso nella top 100 verso Febbraio, ha trascorso una decina di settimane nella parte centrale della classifica, salvo poi schizzare dalle prime dieci posizioni alla vetta nel giro di un solo mese, restando poi l’incontrastata regina dell’estate e prendendo il posto di “Shape of You” di Ed Sheeran che fino alla settimana diciassette aveva detenuto il trono per undici turni consecutivi.

Negli ultimi anni, tra le canzoni con la permanenza più prolungata in prima posizione spiccano diversi casi tra cui “Uptown Funk!” di Mark Ronson (14 settimane, 2015), “Blurred Lines” di Robert Thicke (12, 2013) e la doppietta a firma dei Black Eyed Peas del 2009 con “Boom boom pow” (12) a cui ha fatto immediato seguito “I gotta a feeling” (14).

Ripercorrendo a ritroso la storia della Billboard Hot 100, bisogna arrivare fino ai primi anni ’90 per ritrovare delle annate particolarmente ricche di tante “numero uno” visto che a ridosso del nuovo millennio ci sono stati diversi anni in cui l’alternanza in vetta alla graduatoria è stata davvero minima.

Su tutti, il 2005 è stato l’unico anno (oltre al 1958 in cui venne istituita la classifica) ad aver avuto solamente otto brani a contendersi il primato, curiosamente tutti di stampo Hip Hop o R&B come ad esempio “Candy Shop” di 50 Cent (9 settimane), “Gold digger” di Kanye West (12) o “We belong together” (14).

Sul fronte opposto invece, alcune annate degli anni ’80 e ’70 hanno visto alternarsi anche più di trenta canzoni al primo posto: primo in assoluto il 1974 con 36 titoli, seguito a ruota dai 35 del 1975 e dai 33 del biennio 1988-1989.

In generale, come già anticipato, al crescere delle diverse “numero uno” è evidente che il numero medio di settimane in testa alla classifica sia destinato a ridursi, ma l’aspetto che colpisce maggiormente è notare come la permanenza all’interno della top 100 sia cambiata nel corso del tempo.

Analizzando a campione l’andamento settimanale è piuttosto raro trovare una canzone che negli ultimi dieci anni sia rimasta nella top 100 per meno di 20/25 settimane anche a fronte di una singola apparizione in cima alla classifica, mentre nel passato era molto più frequente assistere a permanenze piuttosto limitate di “numero uno” anche a fronte di diverse settimane in cima alla lista.

Per fare un impietoso paragone, nel 1983, un successo intramontabile come “Billie Jean” di Michael Jackson, forte di sette apparizioni consecutive in vetta alla top 100, è rimasta in classifica per “sole” 24 settimane, mentre la molto meno indimenticabile “Buy U A Drank” di T-Pain (2007), anche se in prima posizione per soli sette giorni, non è uscita dalla top 100 per ben 34 settimane.