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Anno 2016: 1 bambino su 300 nato grazie all’eterologa

E’ interessante raccontare che cosa sta avvenendo in Italia da un anno e mezzo a questa parte. Da quando cioè con ritardo rispetto al resto d’Europa, anche nel nostro paese è diventato legale ricorrere alla fecondazione eterologa, quella cioè che permette alle coppie che lo desiderano di ricorrere a gameti provenienti da persone terze, anche dall’estero. Senza essere costretti a doverci andare, all’estero.

Nel 2016 1 bambino su 300 è nato grazie alla fecondazione eterologa, legale in Italia dal 2014. Se consideriamo anche le tecniche di fecondazione omologa, di primo e secondo livello, a essere nati grazie alla fecondazione artificiale sono 3 bambini su 100: precisamente 14582, di cui 1457 grazie all’eterologa. Un totale di 77.522 coppie trattate e 97.656 cicli iniziati, 6247 dei quali proprio per eterologa, che si conferma più efficace rispetto alle tecniche di fecondazione omologa.

Si registra un significativo aumento dal 2015: sono aumentate le coppie (passate da 2.462 a 5.450, +121%), aumentano i cicli (da 2.800 a 6.247, +123%) e aumentano i nati (da 601 a 1.457, +142%). Sono i dati contenuti all’interno della Relazione al Parlamento del Ministero della Salute sullo stato di attuazione delle Legge 40.

Questi successi però sono possibili per la maggior parte grazie a liquido seminale, ovociti ed embrioni provenienti dall’estero. In particolare è degli ovociti stranieri che abbiamo bisogno. 1611 cicli su 6247 sono con donazione di seme, pari al 25,8% del totale; 2.901 sono quelli con donazione di ovociti (freschi e congelati), pari al 46,4% e 1.735 sono quelli con embrioni, precedentemente formati da gameti donati e crioconservati, pari al 27,8%.

 

Sono stati eseguiti 714 cicli di eterologa di primo livello e la maggior parte di essi, 641, grazie a liquido seminale importato dall’estero.

Sui 5533 cicli iniziati grazie a tecniche di II e III livello le cose sono andate così: fra i 897 casi in cui è stata necessaria la donazione di seme, 720 di essi sono stati importati da banca estera, fra i 2901 casi di eterologa con donazione di ovociti, 2727, cioè quasi tutti, arrivano dall’estero, così come provengono dall’estero 1500 embrioni su 1735 impiantati. Va precisato però che 1.500 cicli con embrioni congelati, provenienti da banca estera, sono presumibilmente in gran parte il risultato di fecondazioni eterologhe avvenute prima che fosse legalizzata l’eterologa anche in Italia, quindi all’estero da seme esportato dall’Italia, donazione di ovociti e loro fecondazione nel centro estero utilizzando il seme italiano esportato, successiva importazione in Italia di embrioni formati (e crioconservati) all’estero.

Dopo poco più di un anno dall’entrata in vigore della legge sono state 517 le coppie italiane che hanno scelto di rivolgersi a uno dei 65 centri in Italia dove si può accedere all’eterologa di primo livello (inseminazione intrauterina con donazione di seme)  e 4933 quelle che si sono recati in uno degli 83 istituti dove si eseguono interventi di II e III livello (fecondazione con donazione).

Nel complesso sono state eseguite 410 comunicazioni per liquido seminale, per un totale di 3.040 criocontenitori provenienti da Spagna, Danimarca e Svizzera, 378 comunicazioni per ovociti, per un totale di 6.239 criocontenitori provenienti quasi nella totalità dalla Spagna e 116 comunicazioni per embrioni, per un totale di 2.865 criocontenitori provenienti da Spagna, Repubblica Ceca e Austria.

Va detto che anche noi esportiamo i nostri gameti, in particolare liquido seminale, mentre sono quasi inesistenti le esportazioni di ovociti ed embrioni. Nel 2016 ci sono state 134 comunicazioni per liquido seminale, per un totale di 3.581 criocontenitori che per il 94,1% sono stati esportati in: Spagna, Repubblica Ceca, Grecia, 7 comunicazioni per ovociti, per un totale di 16 criocontenitori destinati per il 75% in Spagna e 16 comunicazioni per embrioni, per un totale di 55 criocontenitori destinati per l’89,1% in Repubblica Ceca e Austria

La percentuale di successo dell’eterologa è oggi maggiore rispetto a quella della fecondazione omologa: un terzo dei cicli iniziati si traduce in una gravidanza per gli interventi di eterologa di II e III livello, sia per donazione di seme che di ovociti che di embrioni, mentre si ferma al 19% in quelli di primo livello. Si tratta di percentuali di successo ben più elevate rispetto alla fecondazione omologa, in particolare se di primo livello, dove non si supera il 12% di successo.

 

Un ultimo elemento che vale la pena sottolineare è che se nel complesso leggiamo che la metà dei centri italiani dove si esegue la PMA (fra I e II livello) sono privati, al sud il pubblico latita ancora di più: il 71% dei centri è privato e fra quelli di secondo livello addirittura l’89%. Le regioni con una maggiore presenza di centri pubblici o convenzionati col SSN sono la Valle d’Aosta, la Liguria, la provincia di Trento, il Friuli Venezia Giulia, la Basilicata, la Sardegna tutte con il 100%, la Lombardia (92%), le Marche (75%) e la Toscana (71,4%). In tutte le regioni era comunque presente almeno un centro pubblico, ad eccezione del Molise e la Calabria in cui tutta l’offerta regionale è stata erogata da centri privati.