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tecnologia

Fake news, ma davvero per l’80% degli europei è in gioco la democrazia?

La Commissione ha raccolto quasi 3mila risposte alla consultazione pubblica lanciata nel novembre 2017. Secondo i partecipanti, le due principali categorie di disinformazione intenzionale in cui le notizie false hanno maggiore probabilità di causare un danno sociale sono quelle mirate a influenzare le elezioni e le politiche in materia di migrazione.  Non è finita

Secondo l’ultimo sondaggio Eurobarometro (per il quale sono stati intervistati circa 26 000 cittadini), gli europei sentono una forte presenza di notizie false nell’UE e l’83 % degli intervistati ritiene che questo fenomeno rappresenti un pericolo per la democrazia. Il sondaggio sottolinea inoltre l’importanza dei mezzi di comunicazione di qualità: i partecipanti ritengono che le fonti di informazione più affidabili siano i mezzi di comunicazione tradizionali (radio 70 %, TV 66 %, stampa 63 %), mentre ci si fida di meno delle fonti di notizie online e dei siti web che pubblicano video, con un tasso di fiducia rispettivamente del 26 % e del 27 %.

 

Questi risultati sono confermati dalla consultazione pubblica, da cui emerge che i social media, gli aggregatori di notizie online e i blog e siti web godono di minor fiducia, mentre maggiore fiducia è riposta nei giornali e nelle riviste tradizionali, nei siti web e nelle pubblicazioni online specializzati, nelle agenzie di stampa e nelle agenzie pubbliche (con un totale di oltre il 70 %).

Secondo la consultazione pubblica, in generale si ritiene che la diffusione della disinformazione sui social media sia agevolata dal fatto che le notizie false si appellano alle emozioni dei lettori (88 %), sono diffuse allo scopo di pilotare il dibattito pubblico (84 %) e sono mirate a generare un profitto (65 %). La metà dei partecipanti è convinta che una verifica dei fatti dopo che la disinformazione è stata pubblicata non sia una soluzione poiché non raggiunge le stesse persone che hanno letto l’informazione originale.

Tuttavia, è stato deciso che è meglio non intervenire. La Commissione dopo avere letto il parere degli esperti e studiato il sondaggio ha deciso, correttamente,  che non saranno messe in atto misure obbligatorie o vincolanti per chi pubblica ‘fake news’. Questa la posizione della Commissione europea illustrata dalla commissaria europea al digitale, Mariya Gabriel, dopo la pubblicazione del rapporto degli esperti del Gruppo di alto livello sulle fake news. Il motivo? Potrebbero rischiare di trasformarsi in “censura”. Meglio quindi virare su una richiesta di autoregolamentazione e autodisciplina da parte delle singole piattaforme.

Intanto, un nuovo studio pubblicato su Science ha rilevato che su Twitter le notizie false si diffondono più rapidamente rispetto alle notizie reali. E che la diffusione di informazioni false non è essenzialmente dovuta ai bot e quindi agli account automatici che sono programmati per diffondere storie inesatte. Bensì alle persone che ritwittano (che rilanciono su Twitter) le notizie inesatte. La ricerca condotta su 126.000 tweet pubblicati da 3 milioni di persone e ritwittati oltre 4,5 milioni di volte.”Quando abbiamo rimosso tutti i bot nel nostro set di dati, le differenze tra la diffusione di notizie false e vere sono diventate più evidenti”, ha spiegato in un articolo Soroush Vosoughi, coautore e ricercatore alla MIT Sloan School of Management.

Lo studio fornisce una varietà di modi per misurare le fake news: ad esempio, le notizie false hanno il 70% in più di probabilità di essere ritwittate rispetto alle storie vere. Le notizie false su Twitter si diffondono anche sei volte più rapidamente rispetto alle notizie vere.

 

Ci vogliono anche storie vere circa sei volte più lunghe per raggiungere 1.500 persone, così come per le storie false per raggiungere lo stesso numero di persone. Quando si tratta delle “cascate” di Twitter o delle catene di retweet non interrotte, le falsità raggiungono una profondità di cascata di 10 circa 20 volte più veloce dei fatti. E le falsità vengono ritwittate dagli utenti unici in modo più ampio rispetto alle affermazioni vere a ogni profondità della cascata.

Per determinare se le storie fossero vere o false, il team ha utilizzato le valutazioni di sei organizzazioni di controllo dei fatti ( factcheck.org , hoax-slayer.com , politifact.com , snopes.org , truthorfiction.com e urbanlegends.about.com ) e ha scoperto che i loro giudizi si sono sovrapposti più del 95% delle volte.

Dei 126.000 tweet, la politica comprendeva la più grande categoria di notizie
Le conclusioni di fondo producono una domanda fondamentale: perché le falsità si diffondono più rapidamente della verità, su Twitter? Aral, Roy e Vosoughi suggeriscono che la risposta potrebbe risiedere nella psicologia umana: ci piacciono le cose nuove.

Il documento “The Spread of True and False News Online” è stato pubblicato su Science .

Ultimi commenti
  • Lara Bonati |

    Non si genera un controsenso che annulla il concetto stesso di fake news se l’80% della popolazione, come provato dalla ricerca stessa, si fida dei mezzi di informazione tradizionali? Nel senso che per provare l’incidenza delle fake news nell’opinione generale non puo’ essere ignorato il dato che solo il 20% crede a siti che non abbiano canali ufficiali. Quindi non e’ semplicemente piu’ probabile che tutta l’informazione si caratterizzi per dati parziali che, per il loro carattere di opinione, tendono a dare informazioni poco approfondite e generiche in cui il ricevente coglie una dissonanza cognitiva che tenta di risolvere informandosi altrove?

  • Lara Bonati |

    Non si genera un controsenso che annulla il concetto stesso di fake news se l’80% della popolazione, come provato dalla ricerca stessa, si fida dei mezzi di informazione tradizionali? Nel senso che per provare l’incidenza delle fake news nell’opinione generale non puo’ essere ignorato il dato che solo il 20% crede a siti che non abbiano canali ufficiali. Quindi non e’ semplicemente piu’ probabile che tutta l’informazione si caratterizzi per dati parziali che, per il loro carattere di opinione, tendono a dare informazioni poco approfondite e generiche in cui il ricevente coglie una dissonanza cognitiva che tenta di risolvere informandosi altrove?

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